Il Csm boccia la riforma della Giustizia - Nordio: andiamo avanti su mandato elettori
Per il Plenum del Consiglio superiore della magistratura la separazione delle carriere “non trova riscontro nella giurisprudenza costituzionale” e non si comprende come “possa migliorare qualità ed efficienza della giurisdizione”
Con 24 voti, compresi quelli di tutti i membri togati (oltre a due laici e due membri di diritto), il Csm ha approvato un parere particolarmente critico nei confronti della riforma della Giustizia contenuta nel disegno di legge costituzionale del governo, appena approdato alla Camera. Secondo la proposta A, votata quindi a grande maggioranza dai consiglieri, la separazione delle carriere “non trova riscontro nella giurisprudenza costituzionale”, non si comprende in che modo “possa contribuire a migliorare qualità ed efficienza della giurisdizione”.
Laproposta B, che andava in un senso diverso, è stata invece votata da 4 consiglieri laici di centrodestra. Qualche ora prima delle votazioni, a quanto si apprende, il vicepresidente Pinelli ha lasciato i lavori.
In sintesi, per il Plenum, la riforma “porterebbe alla creazione di un corpo separato di funzionari pubblici numericamente ridotto e altamente specializzato, deputato alla direzione della polizia giudiziaria e all’esercizio dell’azione penale, un corpo essenzialmente autoreferenziale. Il potere dello Stato più forte che si sia mai avuto in alcun ordinamento costituzionale dell’epoca contemporanea, per cui sarà ineluttabile che di esso assuma il controllo il potere esecutivo”.
In una intervista a “La Stampa” di questa mattina, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, assicura: “Noi andremo diritti per la nostra strada, senza esitazioni”. E sulle critiche del Csm: “Noi ascoltiamo con enorme rispetto e interesse tutto quello che dice il Consiglio Superiore della Magistratura. Ma anche il Csm deve ascoltare quello che vogliono gli elettori. E questi ultimi ci hanno conferito il mandato di fare questa riforma, e noi la faremo”. Mentre sull’emendamento di Forza Italia contro il sorteggio dei futuri membri laici nei due Csm previsti dalla riforma, Nordio aggiunge: “L’emendamento era razionalmente comprensibile, ma in una materia così complessa occorre trovare una composizione tra varie opzioni. Peraltro non possiamo permetterci di allungare i tempi, vista la necessità della doppia lettura - puntualizza -. A parte ciò il sorteggio è inserito sistematicamente nel sistema giurisdizionale. Sono sorteggiati i membri del tribunale dei ministri, i giudici popolari della Corte d’Assise che può condannare all’ergastolo, e sedici giurati nei processi contro il Presidente della Repubblica per alto tradimento. Non c’è alcun pericolo che questo costituisca un precedente per sminuire i poteri del Parlamento”.
Tornando al parere, il Csm ricorda, per un verso, che i passaggi dall’una all’altra funzione riguardano percentuali largamente inferiori all’1% dell’organico in servizio; per l’altro le limitazioni di natura territoriale e funzionale che presiedono al cambiamento appaiono ampiamente idonee a scongiurare, anche sotto il profilo dell’apparenza, rischi di ricadute negative in termini di imparzialità e terzietà. “Se, al contrario – prosegue il documento -, si ritenesse che a pregiudicare la piena realizzazione dei principi del giusto processo sia un dato di carattere, per così dire, psicologico, vale a dire la circostanza che la natura di parte pubblica del P.M. e il connesso rapporto di colleganza tra questi e il giudice possa indurre il secondo a dare maggiore credibilità al primo, non risulta del tutto agevole comprendere come la separazione delle carriere possa porre rimedio a questa presunta (ancorché indimostrata) ipotetica propensione: la prefigurata riforma lascerebbe, infatti, del tutto inalterata tanto la natura pubblica della (appunto pubblica) accusa, quanto la comune appartenenza di giudici e pubblici ministeri all’ordine giudiziario”.
La legge sull'autonomia differenziata si colloca sui binari della Costituzione
di Giulio M. Salerno, Professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università di Macerata