Manovra, dal Mef nuova stretta su pagamenti dei professionisti che lavorano per la Pa
Cnf, Adepp e Confocommercio professioni censurano la norma contenuta in un emendamento del Governo alla legge di Bilancio 2026
“Giro di vite” per la norma nella Legge di Bilancio per il 2026, all’esame del Senato, che vincola il saldo delle parcelle dei liberi professionisti che operano per la Pubblica amministrazione alla loro regolarità fiscale e contributiva: la riformulazione del testo, siglata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, estende lo “stop” al pagamento a tutti gli “emolumenti”, inclusi quelli dovuti da soggetti diversi dalla Pa per incarichi con compensi “a carico dello Stato”.
Nelle settimane passate, quando la disposizione, meno restrittiva di quella governativa approdata ieri a palazzo Madama, era stata inserita nella manovra economica, erano subito sorte le contestazioni delle categorie ordinistiche: il primo a lanciare l’allarme era stato il presidente del Consiglio nazionale forense (Cnf) Francesco Greco che, in una nota del 28 ottobre scorso, aveva parlato di una norma “vessatoria e discriminatoria nei confronti dei liberi professionisti”. E ciò soprattutto, aveva argomentato il numero uno degli oltre 232.000 avvocati italiani, perché i lavoratori dipendenti, “se inadempienti ai propri obblighi fiscali, anche di importo rilevante, mantengono il diritto, ovvio e corretto, alla retribuzione”. Nei giorni scorsi, tra l’altro, diversi esponenti parlamentari della maggioranza di centrodestra avevano sostenuto che la disposizione sarebbe stata modificata, lasciando, però, intendere, che non si sarebbe andati verso un’ulteriore ’stretta’.
Per il Cnf la misura è “vessatoria e discriminatoria”, ledendo “il diritto al lavoro in una fase economica già critica per i ceti professionali, viola il principio costituzionale di eguaglianza e la direttiva europea 2011/7/UE sui ritardi di pagamento, e crea una disparità ingiustificata tra chi opera con clienti privati e chi lavora con la PA, prevedendo il blocco dei compensi anche in presenza di irregolarità solo contestate o non definitive”.
“Ancora più grave - prosegue la nota del Consiglio - è l’emendamento del Governo, presentato nonostante la recentissima condanna della Cedu all’Italia per i ritardi nei pagamenti agli avvocati nei casi di patrocinio a spese dello Stato, che estende la norma addirittura ai compensi ’a carico dello Stato’: un intervento che rischia di paralizzare l’istituto, con danno diretto per i cittadini più fragili”.
“La meritoria e improcrastinabile attenzione alla regolarità fiscale e contributiva non credo debba porre discriminazioni in termini di diritto tra lavoratori autonomi e subordinati”. Così il Alberto Oliveti presidente dell’Adepp, l’Associazione delle Casse previdenziali e dell’Enpam (l’Ente pensionistico dei medici e degli odontoiatri). Se, come pare, aggiunge, “la norma pone delle discriminazioni, va senz’altro cambiata. La lotta all’evasione va portata avanti, ma ciò deve avvenire nei confronti di tutti”.
Scende in campo anche Confcommercio professioni. “Abbiamo chiesto – afferma la Presidente Anna Rita Fioroni - la soppressione della norma contenuta in Legge di Bilancio e, invece, sembrerebbe che sia ancora più stringente”, nella riformulazione governativa, tale, cioè, da “imporre al professionista di produrre la documentazione comprovante la regolarità fiscale contestualmente alla presentazione della fattura per le prestazioni rese alla Pubblica amministrazione” ed è “una condizione vessatoria”. “Ci domandiamo - aggiunge - il perché di questa prova ’diabolica’ a carico dei professionisti, quando a nessun altro viene chiesta. Peraltro - prosegue - già oggi c’è una previsione vigente che inibisce il pagamento di somme superiori a 5.000 euro, se ci sono importi iscritti a ruolo a carico del professionista”, chiude Fioroni.
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L’articolo 129, al comma 10, prevede: “Il regolare adempimento degli obblighi fiscali e contributivi da parte dei liberi professionisti che rendono prestazioni nei confronti delle amministrazioni pubbliche è condizione per il pagamento di compensi per attività professionale da parte delle medesime amministrazioni. A tal fine il libero professionista produce la predetta documentazione comprovante la regolarità fiscale e contributiva unitamente alla presentazione della fattura per le prestazioni rese”.
Su questa formulazione si innesta l’emendamento 129.1000 del Governo: nel primo periodo, dopo le parole: «nei confronti delle amministrazioni pubbliche» inserisce le seguenti: «o di altri soggetti con compensi a carico dello Stato,» e sostituisce le parole: «di compensi per attività professionale da parte delle medesime amministrazioni» con le seguenti: «dei relativi emolumenti»



