Movimento forense, al Congresso 28 mozioni tra famiglia, digitale, AI e professione
In preparazione del XXXVI Congresso Nazionale Forense, Mf ha preparato 28 mozioni e 4 raccomandazioni su famiglia, tutela dei fragili, giustizia digitale e AI, per rafforzare ruolo e garanzie dell’avvocatura
Dal 16 al 18 ottobre Torino ospiterà il XXXVI Congresso Nazionale Forense, massima assise oltre che luogo di confronto e indirizzo politico per tutta l’avvocatura. Per il Movimento Forense si tratta di un passaggio fondamentale: all’esito dei lavori della Commissione Deliberati Congressuali e Statuto, infatti, sono state ammesse 32 mozioni su un totale di 35 proposte presentate, di cui 4 trasformate in raccomandazioni. Un risultato che certifica la qualità delle nostre idee e la capacità di tradurre in iniziativa politica le esigenze quotidiane della professione.
Le mozioni ammesse coprono un arco tematico ampio, spaziando dal diritto di famiglia e tutela delle persone fragili alla giustizia digitale e intelligenza artificiale, senza trascurare gli aspetti legati al rafforzamento della professione, alle sue garanzie economiche, ai diritti fondamentali e al ruolo della funzione difensiva nel nostro Paese. Le raccomandazioni, invece, pur non essendo oggetto di voto congressuale, tracciano linee di indirizzo strategiche che non possono essere ignorate.
In materia di famiglia si propone di ampliare l’accesso al patrocinio a spese dello Stato per le separazioni, i divorzi e le negoziazioni assistite, nonché l’introduzione di una udienza “filtro” che favorisca soluzioni deflattive. Le proposte, poi, mirano a chiarire i poteri e i limiti del curatore speciale del minore e dei servizi sociali nei processi ma centrale è anche la valorizzazione del ruolo dell’avvocatura nella prevenzione della violenza di genere con la creazione di sportelli e formazione dedicata e il riconoscimento della funzione forense nell’amministrazione di sostegno a tutela delle persone fragili e con compensi adeguati.
Ampio spazio, inoltre, , poi, è riservato alla giustizia digitale e all’uso delle tecnologie. Le mozioni, infatti, propongono l’istituzione di un Portale Unico nazionale per il patrocinio a spese dello Stato, il miglioramento del Portale Deposito Atti Penali e il deposito telematico semplificato nelle esecuzioni. Particolare rilievo assume anche l’intelligenza artificiale con la proposta di predisporre piattaforme certificate e gratuite per l’avvocatura, sistemi aperti e verificabili, un registro pubblico degli algoritmi utilizzati da PA e tribunali, fino al riconoscimento del diritto del difensore di contestare decisioni giudiziali supportate da algoritmi. L’innovazione viene così declinata come strumento al servizio delle garanzie processuali.
Non mancano, infine, le mozioni dedicate alla tutela della professione: il ripristino della sospensione feriale dal 1° agosto al 15 settembre, il riconoscimento del parere di congruità degli Ordini come titolo esecutivo, la parità di trattamento nei pignoramenti tra lavoratori autonomi e dipendenti, la riforma del ruolo del Giudice di Pace, la valorizzazione dell’avvocatura nei procedimenti di crisi e insolvenza e l’estensione delle garanzie penali all’avvocato in udienza nel rispetto del principio del giusto processo. In chiave di modernizzazione, invece, viene chiesto di consentire l’uso di grafici e note negli atti giudiziari per renderli più chiari ed efficaci e il rafforzamento del rapporto difensore-assistito nelle difese d’ufficio.
Le raccomandazioni, invece, completano il quadro con proposte di grande respiro proponendo l’istituzione di un Garante nazionale dei diritti delle persone detenute dell’avvocatura con articolazioni distrettuali, la creazione di un Osservatorio sull’impatto dell’IA nella giustizia tributaria e di una banca dati unica e gratuita e la predisposizione di linee guida vincolanti per l’uso dell’IA nella professione forense. Particolare attenzione viene riservata anche ai colleghi e alle colleghe con disabilità, ai quali riteniamo si debbano garantire strumenti digitali accessibili a garanzia di pari opportunità.
Il Congresso di Torino non sarà soltanto l’occasione per votare proposte, ma un banco di prova per misurare la capacità dell’avvocatura di affrontare le sfide del presente.
Il Movimento Forense, con il supporto dei Dipartimenti Tematici e del Dipartimento Legislativo, intestato al Vicepresidente Alberto Vigani troppo prematuramente sottratto alla famiglia della nostra Associazione, ha lavorato incessantemente per portare all’attenzione dell’assemblea congressuale questioni decisive quali la dignità dei compensi, la tutela del diritto di difesa, la modernizzazione della giustizia, la salvaguardia dei diritti fondamentali. Non si tratta di rivendicazioni corporative, ma di un progetto complessivo che lega la funzione sociale dell’avvocato alla qualità della democrazia e allo stato di salute delle istituzioni.
Torino rappresenta dunque un momento di verità. In un contesto in cui la giustizia rischia di essere sempre più piegata a logiche emergenziali, alla retorica dell’efficienza o all’illusione salvifica della tecnologia, le nostre mozioni affermano un principio chiaro: l’innovazione è necessaria, ma non può sacrificare le garanzie. L’avvocatura non è un orpello del sistema, bensì il presidio che consente a ogni cittadino di far valere i propri diritti.
Il Movimento Forense arriva a questo appuntamento con una piattaforma articolata, che nasce dal lavoro collettivo e dall’ascolto diffuso della categoria. Il nostro impegno non è episodico, ma costante: portare avanti proposte che rafforzino l’autonomia, l’indipendenza e la libertà dell’avvocatura. A Torino diremo con forza che senza la difesa non c’è giustizia, e che senza giustizia non c’è futuro per la società.
* Presidente Nazionale Movimento Forense