Question time con Nordio, in Aula scoppia il caso dello spyware Paragon
Il Ministro nega che sia in uso alla polizia penitenziaria. Renzi: a questo punto è evidente che nel governo qualcuno mente
“Uno dei paradossi è che è tanto facile entrare in prigione prima del processo, quando si è presunti innocenti, e magari è facile uscire dopo la condanna, quando si è colpevoli conclamati. Una delle priorità del governo è proprio quello di ridurre ai minimi termini la carcerazione preventiva. Aldilà dei casi di flagranza di reato, in cui la presunzione di innocenza viene affievolita, stiamo lavorando alacremente per ridurre i termini massimi possibili e le possibilità per il pm di chiedere e del gip di emettere una custodia cautelare. Entrerà in vigore la collegialità della decisione della custodia cautelare che renderà ancora più effettiva questa garanzia e maggiore oggetto di riflessione da parte di chi dovesse metterla, perché tre cervelli giudicano meglio di uno”. Così al question time alla Camera il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il quale ha anche precisato: “i dati che abbiamo sono allarmanti: i detenuti ristretti con posizione giuridica in attesa di primo giudizio sono 9.531 su un totale di 62mila detenuti, il 15%.
Mentre sul sovraffollamento carcerario e sui suicidi dei detenuti, rispondendo a un’interrogazione di Azione, Nordio ha affermato: “È un argomento drammatico che viene periodicamente portato alla nostra attenzione. È giusto che sia così proprio per la drammaticità della situazione, ma è altrettanto vero che a distanza di pochi mesi non è che si possano produrre o rivelare delle soluzioni rivoluzionarie. Però possiamo dire che fino ad oggi abbiamo già 9 suicidi, questi risultano a noi per quest’anno”. Nordio è stato contraddetto da Roberto Giachetti: “sono 13”. “A noi risultano 9”, ha replicato il ministro. “O non conosce i dati, visto che è morta una persona anche oggi; oppure 4 sono risuscitati negli ultimi giorni”, ha insistito Giachetti. Nella replica Benzoni ha attaccato: “Non prendiamoci per i fondelli, occorre rispetto per le persone che hanno perso la vita mentre erano sotto la sua custodia. Per me non c’è differenza se si sono suicidati dentro il penitenziario o mentre erano momentaneamente ricoverati in ospedali. Erano comunque affidati a lei”.
Rispondendo ad un’altra interrogazione (Pd), il Ministro ha ricordato che gli stanziamenti per permettere al Corpo di polizia penitenziaria di esercitare il proprio “difficile compito” previsti dalla legge di bilancio n. 207 del 2024: “Abbiamo stanziato 2 miliardi e 104 milioni per l’anno 2025, 2 miliardi e 100 milioni per il 2026 e 2 miliardi e 280 milioni per il 2027”. Il Ministro ha poi iniziato una lunga elencazione di tutte le singole voci di bilancio del Dap. Nella replica, Federico Fornaro è sbottato: “Noi avevamo fatto una semplice domanda: la polizia penitenziaria ha mai avuto in uso lo spyware di Paragon? Bastava una semplice risposta, ’no’, e la cosa si chiudeva. Oppure ’sì’ e allora si dovevano introdurre ulteriori elementi di chiarimento nella sede del Copasir. Invece, continuando a non rispondere, state voi alimentando i sospetti di un uso improprio di questo spyware da parte della polizia penitenziaria”.
Poi il colpo di scena con l’interrogazione di Iv che ripeteva la domanda dell’interrogazione del Pd: “Ministro ci stupisca - ha ironizzato Faraone illustrando il quesito - non abbia paura di rispondere”. Dopo che Nordio ha risposto smentendo che la Polizia penitenziaria abbia mai fatto uso dello spyware di Paragon, Faraone è sbottato: “Ministro mi ha stupito, ma siamo nella Repubblica delle banane. Quello che ieri il sottosegretario Mantovano aveva secretato, lei oggi ce lo ha spiattellato. Siamo nelle mani di nessuno, non riuscite nemmeno a coordinarvi”.
A stretto giro, sul sito del Ministero è comparsa la seguente nota: “Sul punto vale la pena di ricordare che il sottosegretario di palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, in una lettera indirizzata ieri al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha evidenziato come la materia sia “stata ed è oggetto di audizioni presso il Copasir“, aggiungendo che “ogni altro aspetto delle vicende di cui trattasi deve intendersi classificato e, ai sensi dell’articolo 131, comma 1 del regolamento della Camera, anche se richiamato in futuri atti non potrà formare oggetto di informativa da parte del governo se non nella sede del Copasir“.
E dai social arriva anche il commento sferzante del leader di Iv Matteo Renzi: “Bingo! Nordio dice in Aula che il ministero della Giustizia non ha mai stipulato contratti con società che hanno Trojan. Se è vero ciò che dice il ministro e noi abbiamo il dovere di credergli, a questo punto è evidente che nel governo qualcuno mente. Pensano di fregarci, ma non ci conoscono”. “Un giornalista - aggiunge - è stato intercettato in modo illegale: chi è stato? Se nessun ministero è responsabile dell’acquisto del Trojan israeliano allora sono solo i Servizi ad avere questo strumento. Ma se i Servizi hanno intercettato un giornalista, Alfredo Mantovano ha mentito. Oggi Nordio ha messo molto in difficoltà Mantovano: ecco perché Mantovano non voleva che Nordio rispondesse in Aula”.
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di Gualtiero Roveda, Avvocato, giornalista pubblicista e Andrea Sirotti Gaudenzi - Membro del Senato Accademico dell'Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei