Bond argentini: niente risarcimento se acquistati prima del tracollo del Paese
La somma investita era pari a 78mila euro
La banca non è tenuta a risarcire il cliente se i bond argentini erano stati acquistati prima del tracollo economico del paese. Da evidenziare, inoltre, che l'investitore, in piena crisi, non ha inteso cedere i titoli argentini pur avendo percepito la pericolosità dell'investimento. Lo precisa la Cassazione con l'ordinanza n. 365/21.
I fatti. Venendo ai fatti un investitore ha convenuto innanzi al tribunale di Roma Deutche Bank e la Consob premesso di aver investito attraverso la banca convenuta la somma di 78mila euro in obbligazioni della Repubblica argentina e di aver subito danni per l'insolvenza dello Stato estero. Sulla base di queste considerazioni l'investitore chiedeva l'annullamento del contratto per vizio di volontà con conseguente condanna dei convenuti al risarcimento dei danni. La Cassazione ha dato ragione alla banca e alla Consob in quanto nei precedenti gradi di giudizio non erano stati prodotti documenti che ufficializzassero la situazione al tracollo dello stato argentino al momento dell'acquisto dei titoli, visto peraltro che la sentenza impugnata non chiarisce se i documenti (come ad esempio la circular offering) fossero stati prodotti o meno. L'istituto ricorrente lamenta che quantunque si ritenesse provato il rapporto di causalità tra l'inadempimento dell'intermediario e il danno subito dal cliente, esso sarebbe stato reciso dalla condotta dello stesso investitore il quale aveva dato esecuzione al contratto, percependo per quasi due anni le cedole, prima di promuovere il giudizio. Secondo la Cassazione i giudici d'appello, inoltre, hanno omesso di considerare in tema di entità del danno risarcibile, il rilievo assunto dalla condotta serbata dal cliente il quale una volta percepita la rischiosità del titolo, non li ha venduti tempestivamente.
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Paola Rossi
Norme & Tributi Plus Diritto