Commercialisti, il Governo vara la riforma: tirocinio anticipato e specializzazioni
Il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio: “È una giornata storica per la nostra professione”
Revisione della disciplina del tirocinio, con la possibilità di svolgerlo interamente durante il corso di studi, triennale per gli esperti contabili e magistrale per i commercialisti, al fine di ridurre i tempi per l’abilitazione e favorire un accesso più rapido al mondo del lavoro. Nuove misure per definire una disciplina specifica per le società tra professionisti, regolamentandone l’iscrizione all’albo e il funzionamento, in linea con gli obiettivi di semplificazione e innovazione. Rafforzamento dell’obbligo di aggiornamento professionale per gli iscritti, con particolare attenzione alle nuove materie emergenti, come la crisi d’impresa. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato, nella giornata di ieri, il per la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile.
Il testo – si legge in una nota di Palazzo Chigi - mira a riorganizzare le attività professionali e a valorizzare i profili multidisciplinari della categoria dei commercialisti ed esperti contabili, al fine di rispondere in modo più efficace alle esigenze del mercato. Il Governo, inoltre, è delegato a riordinare le attività professionali, distinguendo quelle riservate per legge da quelle che connotano tipicamente la professione nell’ambito tributario, economico-aziendale, finanziario, societario e giuslavoristico.
“Quella di oggi – ha dichiarato - il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio è una nuova giornata che non esito a definire storica per la nostra professione. Dopo l’approvazione, nei mesi scorsi, delle norme che perimetrano le responsabilità dei componenti dei collegi sindacali, arriva ora il via libera del Consiglio dei ministri alla legge delega di riforma del nostro ordinamento professionale. Prende così concretamente il via l’iter che porterà alla riscrittura della carta d’identità dei commercialisti italiani”.
De Nuccio rivolge “un ringraziamento speciale al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al nostro Ministro vigilante, quello della Giustizia, Carlo Nordio, e a tutti i membri del Governo ”. Non manca una nota polemica verso i colleghi: “In questo momento – prosegue – non posso non sottolineare quanto questo risultato sia tanto più significativo se si considera l’azione ostruzionistica portata avanti da una minoranza della nostra stessa categoria”. “Oggi – conclude – prende il via un percorso con il quale i commercialisti vedranno riconosciuto il loro ruolo di presidio di legalità, competenza e innovazione. Un risultato che appartiene a tutta la categoria e che resterà come una pietra miliare della nostra storia”.
Il testo si compone di tre articoli. Nella relazione illustrativa si legge che il Legislatore che “non sarà chiamato ad attribuire nuove competenze professionali, bensì a censire le attività già previste” in altre normative, “tenuto conto anche dei recenti interventi di riforma che hanno profondamente inciso sull’esercizio della professione”, tra cui il codice della crisi d’impresa, la riforma che porta il nome dell’ex ministro Marta Cartabia per le funzioni giudiziarie, nonché il ’restyling’ fiscale licenziato dall’attuale governo.
A vent’anni dall’ultimo testo di revisione, il decreto legislativo punta ad una disciplina organica per operare in forma associata, o societaria, partendo anche dalle rilevazioni delle Casse di previdenza dei dottori commercialisti e dei ragionieri, secondo cui il reddito di chi lavora insieme ai colleghi è mediamente 2,4 volte superiore di quanti hanno lo studio individuale. Saranno riviste anche le norme sulle specializzazioni quale “strumento indispensabile per lo sviluppo della professione” e per rispondere “alle sfide di un mercato del lavoro in cui sempre più si afferma la necessità di figure dotate di conoscenze specialistiche “; nonché le regole sulle incompatibilità nell’esercizio della professione, prevendendo anche ipotesi di deroga temporanea in casi specifici. Nel disegno di legge delega si evidenzia poi la necessità di rispettare le disposizioni della legge sull’equo compenso del 2023, prevedendo che siano stabiliti, con decreto ministeriale, su proposta del Consiglio nazionale della categoria, specifici parametri per la determinazione degli emolumenti per le prestazioni, anche erogate in forma aggregata.
Si interviene poi anche sugli organi rappresentativi prevedendo però che le nuove disposizioni in materia elettorale si applicheranno per il rinnovo del Consiglio successivo alla data di entrata in vigore del decreto legislativo delegato.
La riforma mira anche a svecchiare la professione. Dal 2008 ad oggi, infatti, i Commercialisti under 40 iscritti all’albo sono diminuiti del 32,3%, mentre gli over 60 sono aumentati, anche per via dell’innalzamento dell’età pensionabile, del 64,3%. L’età media è passata da 47,4 a 52,5 anni.