Confisca della statua di Lisippo, Getty Museum era in malafede
La confisca della statua dell’”atleta vittorioso” di Lisippo è legittima e l’opera deve rientrare in Italia. Per la Cassazione il comportamento dei rappresentanti del Getty Musuem, nell’acquisire l’opera, non è stato esente da colpa e comunque connotata da inspiegabile e ingiustificabile leggerezza. La Suprema corte ha depositato ieri le motivazioni (sentenza 22) con le quali ha respinto le eccezioni del legale rappresentante della Jean Paul Getty Trust. Tra le eccezioni respinte l’impossibilità di far scattare la confisca prevista dal Codice dei beni culturali (Dlgs 42/2004 ) il caso di esportazione illecita, in assenza di una prova di colpa da parte di chi è entrato in possesso del manufatto. Per la Cassazione, per cui la confisca è comunque possibile in caso di esportazione illecita, correttamente il Tribunale ha escluso la buona fede nelle trattative, condotte sotto la direzione dello stesso magnate americano, concluse con l’acquisto dell’opera, basandosi soprattutto sui pareri dei consulenti dei venditori. Un “affare” fatto malgrado le perplessità sulla legittimità del titolo di provenienza avanzate dall’autorevolissimo partner che aveva affiancato Getty nella trattativa: l’amministrazione del Metropolitan Museum di New York. Per i giudici anche l’esosità della richiesta economica poteva suscitare dubbi. Né,in virtù della presenza della statua greca nel museo di Malibù da decenni si poteva ipotizzare l’usucapione, esclusa per i beni non commerciabili. Il ricorrente tenta anche la carta dell’assenza di un solido legame tra l’ambiente culturale italiano e “l’atleta vittorioso” che farebbe venire meno la prova della sua appartenenza al patrimonio artistico. La Cassazione ricorda che la statua è stata trovata e issata a bordo di un peschereccio italiano: il che basterebbe a farla entrare nel territorio nazionale. Se non bastasse i giudici si cimentano in una lezione di storia dell’arte. Partendo dalla caduta di Corinto arrivano a Livio Salinatore per chiarire il legame tra la civiltà greca e la cultura romana.
Tornando sul campo del diritto viene respinta anche la richiesta di graduare la misura. La finalità della confisca prevista dal Dlgs 42/2004 non è, infatti, sanzionatoria ma recuperatoria. L’obiettivo è dunque far rientrare la statua perché possa essere esposta in un museo italiano.
Corte di cassazione - Sezione III - Sentenza 2 gennaio 2019 n.22