Cosa prevede la riforma della Giustizia
Separazione strutturale tra magistratura requirente e giudicante, sdoppiamento del Csm e istituzione di un’Alta Corte Disciplinare per i magistrati
Il testo prevede in sintesi una separazione strutturale tra magistratura requirente e giudicante, lo sdoppiamento del Csm e l’istituzione di un’Alta Corte Disciplinare per i magistrati.
Il Ddl in particolare interviene sull’articolo 104 della Costituzione introducendo una separazione netta tra le funzioni di requirente e giudicante.
Allo stato attuale si accede in magistratura attraverso un concorso unico, i magistrati possono svolgere funzione tanto di giudicante quanto di inquirente e hanno la possibilità di cambiare ruolo nel corso della loro carriera.
Un assetto che ora sarebbe ribaltato, prevedendo un concorso che obbliga a scegliere sin dall’inizio la carriera di giudicante o di requirente: in pratica, non sarà più possibile “migrare” da un ruolo all’altro. Di conseguenza lo stesso il Csm, che oggi gestisce nomine, trasferimenti e adotta provvedimenti disciplinari per Pm e giudici, si sdoppierebbe in due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente.
La presidenza di entrambi gli organi verrebbe assegnata al Presidente della Repubblica, mentre membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione.
Dovrebbe anche cambiare la composizione dei due Consigli: saranno estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Si prevede, inoltre, che i vicepresidenti di ciascuno degli organi vengano eletti fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. A vigilare sull’operato dei magistrati (compito attualmente in capo al Csm) un’Alta corte disciplinare, composta da 15 giudici.
Separazione carriere: riforma utile a una giustizia che guarda al futuro
di Francesco Petrelli - Presidente dell'Unione delle camere penali italiane