Civile

Giorgetti, pronti a ricorso su cedolare secca imprese - Confedilizia: sconfortante

Al centro della querelle le decisioni della Cassazione che hanno ritenuto la cedolare secca compatibile con un contratto intestato a società se la destinazione dell’immobile è l’uso abitativo del personale

“Visti anche i riflessi a livello di finanza pubblica, allo stato si è ritenuto opportuno valutare con l’organo legale la possibilità di addivenire ad un mutamento del recente indirizzo giurisprudenziale, anche tramite la richiesta di remissione della questione alle Sezioni Unite”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo in question time al Senato ad una interrogazione delle Autonomie sull’applicazione della ’cedolare secca’ ai locatori costituiti in società o impresa.

Immediata la replica di Confedilizia per bocca del presidente Giorgio Spaziani Testa: “Da ben quattordici anni l’Agenzia delle entrate - interpretando in modo del tutto originale una legge dello Stato - nega l’applicazione della cedolare secca sugli affitti abitativi nel caso in cui il proprietario stipuli il contratto di locazione con un’impresa, che provvede poi a destinare l’immobile ad abitazione del dipendente o del collaboratore”.

Il Ministro dell’Economia, rispondendo a un’ interrogazione che lamenta “un’interpretazione restrittiva della disciplina di settore da parte dell’Agenzia delle entrate”, ha spiegato che la Corte di cassazione “si è di recente pronunciata riconoscendo la facoltà del locatore di optare per la cedolare secca anche nell’ipotesi in cui il conduttore, pur operando nell’esercizio della sua attività di impresa o professionale, stipuli un contratto di locazione ad uso abitativo, ad esempio per mettere l’unità abitativa a disposizione dei propri dipendenti o collaboratori”.

A giudizio dell’Agenzia delle entrate, ha proseguito Giorgetti, “il recente orientamento di legittimità risulterebbe non del tutto condivisibile lì dove non valorizza adeguatamente la circostanza che il legislatore ha espressamente previsto che l’opzione per la cedolare secca ’può essere esercitata anche per le unità immobiliari abitative locate nei confronti di cooperative edilizie per la locazione o enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti universitari e date a disposizione dei comuni con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione’”. Questa eccezione, secondo l’Agenzia, “confermerebbe la regola per cui il locatario dovrebbe essere un soggetto che non agisce nell’esercizio dell’attività di impresa. Inoltre, residuerebbe il tema, sul quale le recenti pronunce non paiono essersi espressamente pronunciate, sul come il locatario - impresa debba far emergere la finalità abitativa della locazione, che anche nella recente senza 12706 del 2025 parrebbe restare comunque una delle condizioni per l’applicazione del regime speciale”.

Per Confedilizia però negli ultimi due anni, l’interpretazione restrittiva del Fisco “è stata recisamente smentita, con ben tre sentenze, dalla Corte di Cassazione, vale a dire dall’organo chiamato ad assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge”. “Oggi - prosegue Spaziani Testa - la questione è stata nuovamente portata all’attenzione del Parlamento, dove abbiamo appreso che la linea del Fisco non cambierà e che, anzi, l’Agenzia si adopererà per convincere la Suprema Corte a mutare orientamento. C’è da rimanere sconfortati - aggiunge -. La norma è di una chiarezza cristallina. Nonostante questo, è dovuta intervenire la Cassazione. Nel frattempo, si continuano a impegnare risorse pubbliche per un contenzioso che non sarebbe dovuto mai nascere. Oltre a tutto ciò, si ostacola anche l’accesso alla casa da parte dei dipendenti e dei collaboratori delle imprese, negandosi in queste situazioni un regime di tassazione nato proprio per ampliare l’offerta abitativa. Perché continuare su questa strada?”.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©