Comunitario e Internazionale

Indicazioni geografiche per prodotti artigianali e industriali: cosa cambia dal 1° dicembre 2025

Il Governo italiano approva il decreto di attuazione, completando il quadro normativo per la protezione delle eccellenze del Made in Italy

di Ginevra Righini*

A pochi giorni dall’applicabilità del Regolamento (UE) 2023/2411 a far data dal 1° dicembre 2025, l’Italia completa il quadro normativo nazionale per la tutela dei prodotti artigianali e industriali. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 20 novembre 2025, ha approvato in esame preliminare il decreto legislativo che adegua l’ordinamento italiano al Regolamento europeo, che introduce per la prima volta una tutela unitaria e rafforzata per le indicazioni geografiche protette (IGP) di prodotti artigianali e industriali, in analogia con quanto già previsto nei settori dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli.

Il decreto attribuisce al MIMIT il ruolo di autorità competente per la fase nazionale della procedura di registrazione delle nuove IGP e introduce un sistema sanzionatorio specifico per contrastare ogni abuso, imitazione o uso improprio delle denominazioni protette, a tutela sia dei consumatori che delle imprese che operano nel rispetto delle regole.

Gli effetti attesi dal decreto comprendono una protezione più efficace dalla contraffazione e dall’Italian sounding, oltre a un miglioramento significativo della visibilità sui mercati internazionali dei prodotti artigianali e industriali tipici del Made in Italy.

Il passaggio al sistema europeo: tempistiche e modalità

Il Regolamento (UE) 2023/2411, adottato il 18 ottobre 2023 ed entrato formalmente in vigore il 16 novembre dello stesso anno, diventerà pienamente applicabile dal 1° dicembre 2025. Questa data segna l’avvio di una fase di transizione cruciale: dal 1° dicembre 2025 al 2 dicembre 2026, gli Stati membri potranno presentare all’EUIPO domande di registrazione a livello europeo basate su denominazioni già protette dalla legislazione nazionale o consolidate dall’uso per prodotti artigianali e industriali. Questo rappresenta un cambiamento sostanziale: dal 3 dicembre 2026, i diritti nazionali esistenti per le IGP di prodotti artigianali e industriali cesseranno di esistere, lasciando spazio esclusivamente alla protezione europea.

La mappatura del patrimonio artigianale italiano

Il MIMIT, in collaborazione con Regioni, Comuni e associazioni di categoria, ha già avviato un’intensa attività preparatoria. Il Dipartimento Mercato e Tutela del MIMIT ha già mappato oltre 200 prodotti che potrebbero essere potenzialmente registrati come IGP, spaziando dal tessile all’abbigliamento, dalle calzature alla ceramica, dal vetro all’oreficeria, fino al legno.

Questo dato va oltre i 92 prodotti inizialmente identificati dallo studio EUIPO del dicembre 2024, evidenziando l’enorme potenziale di valorizzazione del patrimonio artigianale e industriale italiano. È quindi essenziale stimolare l’associazionismo tra le imprese che operano sullo stesso prodotto, elemento essenziale per la presentazione delle domande di registrazione e supportare l’elaborazione dei rispettivi disciplinari di produzione.

Per l’Italia, che vanta la maggiore diversificazione produttiva tra i Paesi del G20, questa transizione rappresenta un’opportunità strategica senza precedenti. Il nuovo sistema sostituisce e prevale sulle protezioni nazionali frammentarie, creando un quadro uniforme che elimina le disparità finora esistenti tra gli Stati membri. I produttori italiani dovranno agire rapidamente per assicurarsi che i loro prodotti tradizionali vengano registrati nel nuovo sistema europeo.

Il GI Portal: lo strumento operativo per le domande

Dal 1° dicembre 2025 sarà operativo il GI Portal sul sito dell’EUIPO, la piattaforma digitale attraverso cui verranno gestite le domande di registrazione delle IGP per prodotti artigianali e industriali. Questo strumento rappresenta il punto di accesso principale per diversi tipi di richiedenti.

Le domande saranno presentate tramite il GI Portal da:

(i) richiedenti di uno Stato membro dell’UE, che tratta le domande nella fase nazionale, per la quale ha scelto di utilizzare GIportal;

(ii) richiedenti di uno Stato membro dell’UE, che hanno ottenuto una deroga dalla fase nazionale della procedura di registrazione;

(iii) richiedenti di Paesi terzi.

Per l’Italia, dove il MIMIT è stato designato come autorità competente per la fase nazionale, i richiedenti dovranno interfacciarsi con il Ministero per la gestione delle richieste. Dopo l’approvazione del disciplinare, del documento unico e della documentazione di accompagnamento, e trascorso il periodo di opposizione, il MIMIT trasmetterà la domanda all’EUIPO per la verifica finale. Il portale fornirà informazioni dettagliate sulle procedure da seguire e sui requisiti documentali necessari.

Il GI Register: trasparenza e accessibilità

Contestualmente all’operatività del GI Portal, dal 1° dicembre 2025 sarà disponibile il Registro dell’Unione per le IGP di prodotti artigianali e industriali, anch’esso istituito e gestito dall’EUIPO. Questo registro conterrà tutte le denominazioni per prodotti artigianali e industriali richieste o registrate come IGP e sarà facilmente e pubblicamente accessibile attraverso il sito web dell’EUIPO.

Il Registro dell’Unione rappresenta uno strumento fondamentale per garantire trasparenza e certezza del diritto. Operatori economici, professionisti legali e consumatori potranno consultarlo per verificare lo stato di protezione di una denominazione, accedere ai disciplinari di produzione e ai documenti unici che definiscono le caratteristiche dei prodotti protetti. Questa accessibilità immediata costituirà uno strumento essenziale per prevenire conflitti e per consentire agli operatori di verificare preventivamente l’esistenza di una denominazioni prima di investire in nuovi marchi o strategie commerciali.

L’ambito di protezione

Il nuovo sistema offre una protezione articolata su più livelli. Le IGP per prodotti artigianali e industriali sono protette contro:

• Qualsiasi uso commerciale diretto o indiretto per prodotti comparabili o quando tale uso sfrutta, indebolisce, diluisce o danneggia la reputazione della denominazione protetta

• Qualsiasi appropriazione indebita, imitazione o evocazione, anche quando è indicata la vera origine dei prodotti

• Qualsiasi indicazione falsa o ingannevole sulla provenienza, origine, natura o qualità essenziali del prodotto

• Qualsiasi altra pratica che possa indurre in errore il consumatore circa la vera origine del prodotto

Significativamente, l’EUIPO considera che tutte le IGP registrate siano intrinsecamente dotate di reputazione per il solo fatto di essere registrate, indipendentemente dalla loro notorietà commerciale. Questo rappresenta una differenza importante rispetto ai marchi, dove la reputazione viene valutata quantitativamente.

Le conseguenze pratiche per gli operatori

In vista della piena applicazione del Regolamento, i produttori devono intraprendere diverse azioni preparatorie con urgenza. È essenziale verificare l’eventuale esistenza di marchi ostativi che potrebbero impedire la registrazione dell’IGP desiderata, rivolgendosi a un professionista esperto di proprietà industriale.

Le associazioni di produttori devono costituirsi o consolidarsi, elemento essenziale dato che le domande possono essere presentate da associazioni o, in presenza di requisiti specifici, da singoli produttori. La redazione del disciplinare e del documento unico rappresenta anch’esso un passaggio cruciale che richiede competenze tecniche e conoscenza approfondita delle caratteristiche distintive del prodotto e del suo legame territoriale.

Gli operatori dovranno d’ora in poi verificare che l’uso di denominazioni geografiche non leda le domande o registrazioni di IGP per prodotti artigiani e industriali e che l’uso delle IGP sia conforme ai relativi disciplinari, evitando così di incorrere in sanzioni.

Il nuovo sistema delle IGP per prodotti artigianali e industriali rappresenta uno strumento concreto per valorizzare il patrimonio manifatturiero italiano in un contesto di crescente competizione globale e un’occasione da cogliere per passare dall’Europa dei consumatori a quella dei produttori.

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*Ginevra Righini, Partner DLA Piper

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