La Corte costituzionale rigetta le censure sul decreto scarcerazioni collegate a emergenza Covid
In attesa della sentenza il comunicato dell'Ufficio stampa
La Corte costituzionale boccia le censure sul decreto scarcerazioni emanate per l'emergenza Covid. In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio stampa della Consulta comunica il contenuto della decisione e fa sapere che i giudici delle leggi, riuniti oggi in camera di consiglio, hanno esaminato le questioni sollevate dal Tribunale di sorveglianza di Sassari e dai Magistrati di sorveglianza di Spoleto e di Avellino sul decreto legge n. 29 del 2020 e sulla legge n.70 del 2020 relative alle scarcerazioni, connesse all'attuale situazione sanitaria, di detenuti condannati per reati di particolare gravità, rigettando i motivi sollevati contro le norme. La disciplina censurata impone ai giudici di sorveglianza di verificare periodicamente la perdurante sussistenza delle ragioni che giustificano la detenzione domiciliare per motivi di salute. A tal fine, i giudici sono tenuti ad acquisire una serie di documenti e di pareri, in particolare da parte dell'Amministrazione penitenziaria, della Procura nazionale antimafia e della Procura distrettuale antimafia. Una disciplina che secondo la Corte non è in contrasto con il diritto di difesa del condannato né con l'esigenza di tutela della sua salute né, infine, con il principio di separazione tra potere giudiziario e potere legislativo.
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Comunicato stampa, 4 novembre 2020
Comunicato