Professione e Mercato

La sostenibilità degli Studi professionali parte dal benessere organizzativo

Oltre ai tre pilastri fondamentali della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica), la Norma UNI 11871:2022 porta negli Studi anche un altro tipo di sostenibilità: la sostenibilità lavorativa

Sustainable word on white compass, 3D rendering

di Gioia Audrey Camillo

Di sostenibilità si è parlato e si parlerà moltissimo: da Greta Thunberg alle Istituzioni, dalle marche di abbigliamento ai fornitori di energia e financo agli Ordini professionali, tutti sembrano occuparsi di sostenibilità.

Un fattore però è incontrovertibile: quando si parla di sostenibilità il pensiero vola dritto all’ambiente, alle emissioni, all’inquinamento. La sostenibilità, nell’immaginario comune, è colorata di verde. Nella realtà dei fatti, invece, la sostenibilità ha almeno tre colori, perché tre sono i pilastri che la sorreggono: sostenibilità ambientale sì, ma anche sostenibilità sociale e sostenibilità economica .

Oltre ai tre pilastri fondamentali, la Norma UNI 11871:2022, dedicata all’organizzazione degli Studi Professionali di Avvocati e Dottori Commercialisti, porta negli Studi anche un altro tipo di sostenibilità: la sostenibilità lavorativa.

La sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale degli studi professionali è pressoché intrinseca: di certo non producono sversamenti né particolari emissioni, tuttavia è possibile individuare margini di miglioramento anche per loro su questo fronte.

Un aiuto viene sicuramente dalla sempre crescente trasformazione digitale, che, se applicata non solo nei confronti della Pubblica Amministrazione, ma anche all’interno dello Studio e nei rapporti con i clienti, può ridurre sempre più l’uso della carta e, di conseguenza, anche quello dei toner.

Anche i dispositivi elettronici diventano però rifiuti e nel momento in cui sono obsoleti vanno smaltiti correttamente; a favore di ciò può indubbiamente essere estesa la pratica del noleggio operativo, diffusa per le stampanti, anche ai computer, in modo che siano poi reinseriti nel mercato come strumenti utili e non come rifiuti, con il doppio vantaggio di non ritrovarsi mai con computer inadatti al lavoro quotidiano, a cui si aggiunge, volendo, il terzo vantaggio della normalizzazione delle uscite dedicate a questa voce di costo.

Un terzo modo per ridurre l’impatto ambientale degli studi professionali è il supporto alla mobilità: gli studi potrebbero, ad esempio, contribuire all’acquisto degli abbonamenti per i mezzi di trasporto utilizzati per recarsi in ufficio oltre a, come richiamato più volte all’interno della Norma, favorire il lavoro da remoto, accostando così la sostenibilità ambientale alla sostenibilità lavorativa, fil rouge di tutto il testo.

La sostenibilità lavorativa

La sostenibilità lavorativa è il pilastro che sostiene la norma UNI 11871:2022: la possibilità per tutte le persone, qualunque sia il loro ruolo e la loro posizione all’interno dello Studio, di svolgere il proprio lavoro senza compromettere la propria vita al di fuori dell’attività lavorativa, ricevendo il giusto compenso e vedendosi garantiti da un lato l’assegnazione di compiti adeguati, dall’altro la possibilità di crescita professionale.

La sostenibilità sociale

Molti professionisti supportano, in un modo o nell’altro, cause sociali: mediante attività pro bono, donazioni a enti senza scopo di lucro, formazione erogata a titolo gratuito, nelle scuole o in convegni e webinar.

Un famoso testo recita: “Non sappia la tua sinistra quello che fa la destra”, ed è pur vero che gli aiuti non si danno per trarne mero vantaggio; è lo stesso testo, però, che parla di buon esempio. Quel buon esempio che può venire dal raccontare ciò in cui si crede, nel dare visibilità a cause che si supportano, a favore di persone che potrebbero averne bisogno o di quelli che credono negli stessi valori e che possono trovare nel professionista o nello studio quell’affinità elettiva che è alla base di un solido rapporto umano ancor prima che professionale.

L’osservanza di tutte le previsioni di compliance , dagli adempimenti previdenziali a quelli antiriciclaggio, dalla tutela dei dati personali al rispetto delle norme tributarie e fiscali è un tipo di sostenibilità sociale di ampia portata: regole cogenti che vengono spesso disapplicate o applicate male, ma che sono il presupposto per l’applicazione delle regole di normazione volontaria previste dalla Norma.

La sostenibilità economica

La sostenibilità economica non è espressamente citata nella Norma, eppure la permea in toto.

Senza sostenibilità economica non vi è continuità dello Studio (o dell’azienda, per quanto concerna), ed è fondamentale dare questo assunto come basilare e indiscutibile.

La sostenibilità economica guida quindi tutte le indicazioni della Norma: è sostenibilità economica la definizione di obiettivi così come sono sostenibilità economica l’analisi dei rischi e la valutazione della soddisfazione della clientela.

La sostenibilità non deve essere quindi intesa come un qualcosa a se stante, una moda del momento, un ulteriore adempimento di cui occuparsi, magari solo di facciata, bensì il fondamento del tutto, del funzionamento dello Studio, giacché senza sostenibilità lavorativa non si è in grado di attrarre e trattenere le migliori persone, senza sostenibilità economica non vi è modo di pagare collaboratori, dipendenti e fornitori, senza sostenibilità sociale banalmente non si ha un posto nella società e senza sostenibilità ambientale si rischia di distruggere più di quanto si crei, e non può (più) essere questo il modus operandi di alcuna organizzazione, di qualsiasi dimensione o tipologia essa sia.

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