Professione e Mercato

Legittimo impedimento del difensore per una giustizia più equa anche per i legali

Per il Movimento forense il Ddl n. 729, presentato dalla senatrice Erika Stefani, rappresenta un passo avanti riconoscendo la complessità della vita e le esigenze familiari dei professionisti del diritto

di Dario Tornese*

Rendere la giustizia più umana, capace di riconoscere anche la dimensione personale di chi la esercita ogni giorno. È questo lo spirito che ha guidato il Movimento Forense, ascoltato lo scorso 28 ottobre in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge sulle “Disposizioni in materia di legittimo impedimento del difensore”.

Durante l’audizione, la presidente Elisa Demma ha rivendicato con orgoglio il ruolo decisivo dell’associazione nella stesura del Disegno di Legge n. 729, presentato dalla senatrice Erika Stefani. Il testo, frutto del lavoro dei Dipartimenti Legislativo e Pari Opportunità del Movimento, è stato elaborato grazie al contributo degli avvocati Rocco Lombardo e Laura Massaro, che hanno trasformato in proposta normativa le istanze emerse dal Congresso Nazionale Forense di Lecce.

Si tratta di un passo avanti verso una giustizia più attenta ai diritti di chi la fa vivere ogni. Una giustizia che riconosce la complessità della vita e le esigenze familiari dei professionisti del diritto.

Le novità del disegno di legge - Il testo introduce una serie di tutele per la categoria forense, estendendo l’istituto del legittimo impedimento anche al processo civile, finora escluso da questa garanzia. Tra le principali innovazioni:

• la remissione in termini per l’avvocato in caso di impedimenti non imputabili, come malattie improvvise o gravi esigenze familiari;

• la possibilità di rinvio dell’udienza da parte del giudice (o, prima della costituzione delle parti, del presidente del tribunale) in presenza di cause di forza maggiore, debitamente documentate;

• l’ampliamento delle cause di legittimo impedimento nel processo penale, includendo anche motivi legati alla salute dei figli o dei familiari del difensore.

Il provvedimento, inoltre, riconosce particolari tutele per situazioni legate alla gravidanza, alla cura di figli piccoli, e all’assistenza di familiari con disabilità o patologie gravi, permettendo così agli avvocati e alle avvocate di conciliare meglio la vita professionale con quella personale.

Una giustizia più equa anche per chi la esercita - Il Movimento Forense definisce la proposta “una norma di civiltà giuridica”, in grado di migliorare non solo la qualità della vita degli avvocati, ma anche l’efficienza del sistema giudiziario nel suo complesso.

Garantire tempi e condizioni di lavoro più umani, sostengono i promotori, significa anche assicurare una difesa più attenta e consapevole per i cittadini.

Il tema si fonda su un dato che parte dal fatto che chi ogni giorno tutela i diritti degli altri, deve poter contare su un sistema che tuteli anche i propri. Un segno questo di una giustizia davvero giusta.

* Responsabile Comunicazione Movimento Forense

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