Malpractice medica, il tribunale di Napoli chiarisce sul danno differenziale
Il danno differenziale si quantifica con il valore del danno biologico permanente all’esito dell’intervento e il danno che sarebbe comunque residuato anche se i medici non avessero commesso errori
Adito in materia di malpractice medica il Tribunale di Napoli (sezione VIII, sentenza 13 ottobre 2025 n. 9143), con specifico riguardo al cosiddetto danno differenziale, precisa come allorché un paziente, già affetto da una situazione di compromissione dell’integrità fisica, sia sottoposto a un intervento che, per la sua inesatta esecuzione, determini un esito di compromissione ulteriore rispetto alla percentuale che sarebbe comunque residuata anche in caso di ottimale esecuzione dell’intervento ...





