Lavoro

Retribuzioni minime e CCNL, in Gazzetta la legge delega

Tra gli obiettivi il contrasto al dumping salariale e alla proliferazione di CCNL c.d. “pirata”

di Gaspare Roma, Ilaria Uletto*

In data 3 ottobre 2025, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 26 settembre 2025, n. 144. Con tale provvedimento il legislatore si pone l’obiettivo di rafforzare l’applicazione generalizzata dei contratti collettivi maggiormente rappresentativi su base nazionale, introducendo un sistema di retribuzioni minime per i lavoratori che tenga conto delle peculiarità di ogni settore e del differente costo della vita sul territorio nazionale.

La normativa in oggetto è stata il risultato dei numerosi solleciti provenienti dal panorama socio-politico europeo e internazionale, volti a far sì che in tutti i Paesi venga garantito a ciascun lavoratore – o per disposizione di legge o in virtù dell’applicazione di contrattazione collettiva – un salario minimo equo e adeguato.

Infatti, sin dal 2020, il Consiglio Europeo, con l’orientamento 5 della Decisione (UE) 2020/1512, invitava gli Stati membri a adottare iniziative volte a garantire un sistema di trattamenti salariali minimi nei Paesi dell’Unione Europea. Ispirati dalla medesima ratio, il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno adottato la Direttiva (UE) 2022/2041, con la quale promuovevano l’adozione, da parte degli Stati membri, di normative unitarie in materia.

La maggior parte dei Paesi europei si è già conformata alle sollecitazioni provenienti dal panorama internazionale; l’Italia era, al contrario, inerte da tempo e giustificava l’attesa adducendo la già consolidata applicabilità, nel nostro Paese, della contrattazione collettiva nazionale, che già prevede un sistema di retribuzioni minime.

Tale sistema si è rivelato, tuttavia, non del tutto efficiente, dato che – come riportato dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) nel Rapporto mondiale sui salari 2024-2025 – “a differenza della maggior parte dei paesi del G20, l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008”.

Quello attualmente vigente è, pertanto, un meccanismo che non garantisce il pronto adeguamento dei salari all’inflazione e all’aumento del costo della vita, non assicurando la proporzionalità di cui all’art. 36 della Costituzione e ciò in quanto gli aggiornamenti dei minimi salariali, oltre a non essere annuali, non si sono dimostrati neppure sufficienti (in termini quantitativi) a far fronte al reale incremento del costo della vita.

A porre fine all’“immobilismo” italiano è stato quindi l’intervento del Parlamento, che, con la L. n. 144/2025, ha delegato il Governo a adottare, entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva.

Gli obiettivi che il Governo dovrà perseguire sono i seguenti:

• assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi;

• contrastare il lavoro sottopagato;

• stimolare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro (“CCNL”); e

• contrastare il c.d. dumping salariale, i.e., la proliferazione di CCNL c.d. “pirata”.

Nel perseguire le finalità di cui sopra, il Governo, dovrà individuare i CCNL maggiormente applicati per ciascuna categoria di lavoratori e prevedere che le retribuzioni ivi stabilite costituiscano il salario minimo da garantire ai lavoratori appartenenti alla medesima categoria.

Tali trattamenti economici complessivi minimi – come individuati dai CCNL maggiormente rappresentativi – dovranno quindi essere riconosciuti anche a quei lavoratori non coperti da alcuna contrattazione collettiva.

Così facendo, di fatto, si garantirebbe, ex lege, un’applicazione erga omnes della contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa, quantomeno per quanto concerne gli aspetti economici del rapporto di lavoro.

Inoltre, con la legge delega si richiede al Governo di prevedere strumenti volti a:

(i) stimolare lo sviluppo della contrattazione collettiva aziendale di secondo livello, con l’obiettivo di meglio adattare la retribuzione all’incremento del costo della vita, tenendo conto delle peculiarità di ciascun contesto geografico e sociale; e (ii) sostenere il celere rinnovo dei CCNL entro i termini previsti dalle parti sociali, introducendo dei meccanismi di intervento diretto da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel caso in cui il rinnovo non venga effettuato entro termini congrui.

Tuttavia, senza un controllo efficace, anche i più incisivi provvedimenti rischiano di restare “lettera morta”, privi di effettiva applicazione. Consapevole di ciò, il Parlamento ha incaricato, ai sensi dell’art. 2 L. n. 144/2025, il Governo di perfezionare i sistemi di controllo e monitoraggio della retribuzione e della contrattazione collettiva, sviluppando procedure pubbliche di informazione che consentano di incrementare la trasparenza salariale nonché contrastare il c.d. dumping salariale e il ricorso a forme di lavoro sommerso o irregolare.

Tale obiettivo deve essere perseguito dal Governo mediante uno o più decreti legislativi che prevedano:

• il perfezionamento di modalità di comunicazione tra imprese ed enti pubblici che rendano effettiva, certa ed efficace l’acquisizione dei dati concernenti i trattamenti retributivi e l’applicazione dei CCNL;

• il perfezionamento delle ispezioni e dei controlli in relazione a lavoro sommerso o irregolare, anche attraverso il ricorso ai più evoluti strumenti tecnologici e a banche-dati;

• l’introduzione di forme di rendicontazione pubblica e di monitoraggio su base semestrale che abbiano ad oggetto l’andamento delle misure volte a contrastare i fenomeni di c.d. dumping salariale, caporalato, lavoro sommerso o irregolare.

In definitiva, siamo di fronte ad un intervento legislativo atteso a lungo, che richiederà altri mesi per completarsi con l’attuazione della delega governativa, ma che segna comunque l’ingresso — seppur in forma attenuata — del salario minimo nell’architettura normativa italiana.

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*Avv. ti Gaspare Roma, Ilaria Uletto - Studio De Berti Jacchia Franchini Forlani

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