Amministrativo

VIII Congresso amministrativisti: ridare centralità ai diritti di cittadini e imprese

L’Unione nazionale degli avvocati amministrativisti (UNAA), riunita a Trieste, riflette sul proprio ruolo in un tempo di crisi delle tutele e avanza proposte concrete

Si è aperto oggi a Trieste l’VIII Congresso dell’Unione nazionale degli avvocati amministrativisti (UNAA), occasione di confronto su un tema cruciale: come restituire centralità ai diritti di cittadini e imprese in un sistema amministrativo che, in nome dell’efficienza e del contenimento dei costi, rischia di sacrificare la tutela giuridica.

Dopo i saluti istituzionali — tra gli altri del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, del sindaco Roberto Dipiazza e del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani — il presidente UNAA, Orazio Abbamonte, ha aperto i lavori ricordando il compianto prof. Mario Sanino e richiamando la “crisi profonda” che attraversa il diritto amministrativo: «Viviamo un tempo di sfiducia nel diritto come strumento di equilibrio tra potere pubblico e diritti dei cittadini».

Secondo Abbamonte, l’avvocato si trova oggi «stretto tra un’amministrazione ossessionata dall’efficienza e un cittadino che vede restringersi gli spazi di ascolto». Una crisi che riflette l’instabilità economica e geopolitica, ma anche una deriva culturale interna: «Da vent’anni – ha denunciato – il Paese vive nella compressione delle risorse, e ogni riconoscimento di diritto è percepito come una spesa. Il cittadino non è più titolare di diritti, ma utente di servizi condizionati alle compatibilità economiche».

L’efficienza, ha ammonito il presidente UNAA, è diventata «un alibi» che marginalizza partecipazione e garanzie. Le conseguenze si vedono nella drastica riduzione del contenzioso amministrativo (meno di un terzo rispetto a vent’anni fa) e nella crescente rinuncia dei cittadini a ricorrere al giudice, scoraggiati da tempi, costi e probabilità di successo. «Il processo amministrativo – ha spiegato – resta troppo concentrato sull’atto e sulla forma, non sul rapporto e sulla sostanza». Da qui l’appello di Abbamonte a “guardare oltre il processo”, puntando sulla fase del procedimento come nuovo terreno di tutela: «L’avvocato deve diventare interlocutore attivo nella formazione della decisione pubblica, non solo difensore postumo». L’obiettivo è migliorare la qualità dell’azione amministrativa e ricostruire una “cultura del rispetto” tra cittadini e istituzioni. «L’avvocatura amministrativista – ha concluso – deve presidiare gli spazi del contraddittorio e ricostruire il senso del limite del potere: solo così il diritto potrà restare promessa di equilibrio, libertà e giustizia».

Nel suo intervento, il ministro Luca Ciriani ha portato il saluto del Governo e rivendicato i progressi del PNRR nella giustizia amministrativa: -17,9% di pendenze al Consiglio di Stato e -12,5% nei TAR. Ha inoltre richiamato la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere tra giudici e pm, definendola “un passaggio fondamentale per garantire indipendenza e terzietà”, e difeso il sorteggio per il CSM come strumento di trasparenza.

Il primo panel, coordinato dal segretario UNAA Patrizio Leozappa, ha affrontato il tema “La semplificazione amministrativa tra obiettivi, criticità e ricadute economiche”, con interventi del prof. Marcello Clarich e della presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari. Leozappa ha definito la semplificazione «una leva strategica per la crescita economica», ma ha avvertito: «Ridurre tempi e adempimenti non deve significare ridurre le garanzie. Serve un giudice amministrativo co-protagonista della semplificazione, capace di un’interpretazione funzionale delle norme».

Nel pomeriggio è intervenuto il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha richiamato il principio di sinteticità degli atti giudiziari: «Deve prevalere l’efficienza, ma non trasformarsi in efficientismo». Sul fronte dell’intelligenza artificiale ha annunciato una norma, in collaborazione con il CNF, che obbligherà i professionisti a dichiarare se si siano avvalsi di strumenti di IA nella redazione degli atti: «L’algoritmo non ha il guizzo e la sensibilità dell’avvocato. Bisogna evitare la standardizzazione e salvaguardare l’oralità del processo».

Sisto ha anche invitato alla prudenza nell’uso dell’IA da parte dei giudici. Il tema è stato al centro del panel su “Discrezionalità amministrativa e intelligenza artificiale”, coordinato dalla vicepresidente UNAA Daniela Anselmi, con interventi del dott. Raffaele Tuccillo (TAR Lazio) e della dott.ssa Chiara Giacomantonio (AgID). Anselmi ha annunciato una mozione per valorizzare il ruolo dell’avvocato amministrativista nel governo dell’IA: «Il rischio – ha avvertito – è che la PA si attrezzi rapidamente, mentre i cittadini restino indietro, in posizione di inferiorità. L’avvocato deve restare presidio di equilibrio anche nella società digitale».

Il secondo panel, coordinato dall’avv. Maria Beatrice Miceli, ha affrontato “Il ruolo dell’avvocato amministrativista nell’assistenza alla partecipazione al procedimento”, con gli interventi degli avvocati Alessandro Dal Molin, Alessandro Veronese e Antonella Trentini.

La giornata si è chiusa con gli interventi della Scuola UNAA (avv. Stefano Bigolaro) e del Comitato tecnico-scientifico (avv. Stefano Gattamelata), seguiti dalla presentazione e votazione delle mozioni congressuali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©