Professione e Mercato

XXXVI Congresso Nazionale Forense: riforme, IA e futuro della professione

Nella mattinata sono intervenuti la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, il sottosegretario alla Giustizia Delmastro, il vicepresidente del Csm Pinelli e il presidente della Cassazione D’Ascola

Si è aperto questa mattina al Teatro Regio di Torino, per poi proseguire al Lingotto Fiere fino al 18 ottobre, il XXXVI Congresso Nazionale Forense, appuntamento centrale dell’Avvocatura italiana. La sessione inaugurale ha visto i saluti degli ospiti istituzionali nazionali e locali e le relazioni di Francesco Greco (presidente CNF), Maria Annunziata (presidente Cassa Forense) e Mario Scialla (coordinatore OCF). Dopo il ricordo dei carabinieri uccisi a Castel d’Azzano e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, hanno preso la parola i rappresentanti delle istituzioni.

La vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, ha evidenziato la crisi del mondo forense: “Il Censis registra nel 2024 un saldo negativo di oltre duemila iscritti alla Cassa, in prevalenza giovani e donne. Non si tratta di mancanza di vocazione, ma di difficoltà economiche e di un persistente gender gap. Servono welfare, solidarietà e una riforma fiscale che incentivi le aggregazioni professionali”.

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha legato la riforma costituzionale alla valorizzazione del ruolo dell’Avvocatura: “Un processo giusto – ha detto – è quello che si svolge nel contraddittorio tra parti in posizione paritaria davanti a un giudice terzo. È tempo che l’avvocato entri in Costituzione, al pari del pubblico ministero, perché in lui si incarnano i diritti che fondano la nostra democrazia”.

Il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli ha richiamato la necessità di mantenere saldo il principio di autonomia e indipendenza della magistratura “a tutela dei cittadini e della qualità della giurisdizione”, mentre il primo presidente della Cassazione Pasquale D’Ascola ha offerto una riflessione sul rapporto fra diritto e innovazione: “L’intelligenza artificiale è una chance, non una scorciatoia. Si vince se sappiamo imporre a uno strumento tendente al dominio il primato del diritto, dei principi e delle garanzie”.

Sul ruolo dell’Avvocatura è intervenuta anche Lucia Musti, procuratore generale della Corte d’Appello di Torino: “Avvocatura e magistratura sono due lati della stessa medaglia del fare giustizia. L’indipendenza dell’avvocato deve essere protetta anche attraverso una giusta remunerazione e un sistema previdenziale adeguato: il compenso non può risentire delle regole del mercato”.

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha posto l’accento sul valore etico della tecnologia: “Non esistono tecnologie buone o cattive, ma usi cattivi della tecnologia. Nell’era dell’IA dobbiamo garantire una dimensione valoriale dei diritti universali”. Sulla stessa linea l’assessore regionale Enrico Bussalino, per il quale “l’IA potrà migliorare il lavoro dell’avvocato, ma mai sostituirne la funzione pubblica di garanzia dell’equilibrio tra innovazione e dignità della persona”.

La presidente di Cassa Forense, Maria Annunziata, ha richiamato la necessità di una “filiera coesa” tra istituzioni forensi: “CNF, Cassa, OCF e Associazioni devono muoversi insieme verso il benessere professionale e reddituale dell’Avvocatura. Invito le Colleghe e i Colleghi a fare squadra con Cassa Forense”.

La presidente dell’Ordine di Torino, Simona Grabbi, ha chiuso la mattinata affrontando il tema dell’intelligenza artificiale: “Il progresso tecnologico non conosce confini e non possiamo permetterci di essere neofobici. Dobbiamo governare l’IA, non subirla, costruendo un’etica degli algoritmi – un’‘algoretica’ – fondata su diritti, trasparenza e supervisione umana costante”.

Il Congresso prosegue al Lingotto con la tavola rotonda su “AI ed esercizio della professione forense”, seguita dagli interventi del viceministro Francesco Paolo Sisto, del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal confronto politico con Boschi, Costa, Lopreiato, Serracchiani, Urraro e Varchi.

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