Camere civili: bene Consulta su compensi consulenti tecnici
Per l’Uncc: “È un primo passo importante. Ora serve una riforma complessiva dell’art. 130 Dpr 115/2002 per tutelare davvero il diritto di difesa”
L’Unione Nazionale delle Camere Civili accoglie con favore la sentenza n. 179/2025 della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittima la riduzione della metà dei compensi dei consulenti tecnici di parte quando le tariffe non siano state adeguate ai sensi dell’art. 54 del Testo unico sulle spese di giustizia. “La Corte – si legge in un comunicato - ha affermato con chiarezza che non è costituzionalmente tollerabile ridurre ulteriormente compensi già non aggiornati e sproporzionati, poiché ciò viola il principio di ragionevolezza e compromette il diritto di difesa dei cittadini meno abbienti”.
“La pronuncia – scrivono i civilisti - pur intervenendo sul ruolo dei consulenti tecnici, evidenzia implicitamente una criticità ormai non più eludibile: nel medesimo articolo 130 rimane intatta la riduzione del 50% dei compensi degli avvocati nei procedimenti di patrocinio a spese dello Stato. Una disciplina che, pur a fronte di parametri aggiornati, continua a produrre effetti distorsivi e incompatibili con i principi richiamati dalla Corte”.
I civilisti ricordano poi che l’avvocatura svolge una “funzione essenziale” ed è “irragionevole” chiedere agli avvocati di farsi carico dei “costi strutturali del sistema giustizia” attraverso un “abbattimento automatico e indiscriminato della metà del proprio compenso”, rischiando di indebolire la tutela dei “soggetti più fragili”.
Alla luce della sentenza, l’UNCC chiede al legislatore di intervenire in tempi rapidi per: riformare l’art. 130 d.P.R. 115/2002, eliminando la riduzione automatica dei compensi degli avvocati; assicurare un sistema equo e sostenibile del patrocinio a spese dello Stato, fondato sulla dignità del lavoro professionale e sull’effettiva garanzia del diritto di difesa.

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