Donazioni e patti di famiglia, le proposte del Notariato
È in corso a Roma il 61° Congresso Nazionale del Notariato, dal titolo “50 anni dalla Riforma: il notaio e la famiglia. Radici, nuovi bisogni e prospettive” alla presenza di oltre 1200 professionisti
I notai riuniti a Roma per celebrare il 61° Congresso nazionale si fanno promotori di due proposte di legge per rendere più certi i rapporti giuridici nei passaggio generazionali. Secondo i professionisti la modifica della disciplina della circolazione dei beni di provenienza donativa proposta da tempo dal Notariato e recepita nell’art. 15 del disegno di legge semplificazioni recentemente approvato al Senato, è “una riforma di portata storica”. Ogni anno, infatti, vengono effettuate oltre 200.000 donazioni immobiliari (nel 2024 siamo a 218.000). Tuttavia, sottolineano, molti di questi beni sono soggetti al rischio di “blocchi” giuridici: gli immobili donati, infatti, possono essere oggetto di richieste di restituzione da parte degli eredi legittimari in caso di lesione della legittima.
La proposta del Notariato mira a superare questa problematica, stabilendo che gli eredi legittimari non possano più chiedere la restituzione di un immobile donato a un terzo acquirente. Gli eredi legittimari non perderanno i propri diritti, ma li vedranno trasformati in un diritto di credito nei confronti del donatario, equivalente al valore del bene donato, così come già avviene in diversi ordinamenti stranieri, a partire dalla Germania.
In tal modo, chi compra avrà maggiore non rischierà di vederselo sottrarre. In secondo luogo, le banche potranno accettare più facilmente questi immobili come garanzia ipotecaria. Le nuove regole si applicheranno subito alle successioni aperte dopo l’entrata in vigore della legge. Per quelle già in corso, resteranno in vigore le vecchie norme solo se l’azione di riduzione è già stata proposta o viene avviata entro sei mesi.
Altro grande tema che riguarda la pianificazione patrimoniale delle famiglie è quello della continuità delle imprese familiari - che costituiscono il 70% delle aziende italiane - messa a rischio dalla bassa percentuale di sopravvivenza alle transizioni generazionali: solo il 30% delle imprese familiari supera il primo passaggio generazionale, e meno del 10% arriva alla terza generazione.
Il Notariato propone la revisione del “patto di famiglia” istituto - introdotto dalla legge n. 55 del 2006 - finalizzato a garantire il passaggio generazionale d’impresa, evitando ripercussioni negative sulla successione grazie all’eliminazione del rischio di azioni giudiziarie relative alla divisione (cosiddette richieste di collazione) o alla lesione di legittima (cosiddetta azione di riduzione). Finora, i patti di famiglia sono stati utilizzati in pochissimi casi, poiché, secondo la normativa attuale del «patto orizzontale», è l’assegnatario dell’azienda o delle partecipazioni a dover liquidare gli altri eredi legittimari non assegnatari e non l’imprenditore che stipula il contratto. Quest’ultimo, al contrario, disponendo di mezzi finanziari maggiori, sarebbe in grado di compensare più facilmente i legittimari non beneficiari del patto di famiglia.
Il Notariato propone, pertanto, la possibilità di stipulare un patto di famiglia - cosiddetto «patto verticale» - che consente al disponente di soddisfare direttamente le ragioni dei legittimari non beneficiari, senza dover gravare il beneficiario assegnatario, spesso privo di liquidità sufficiente per far fronte a tali compensazioni. Queste compensazioni, non soggette a riduzione o collazione, restano tutelate dal patto di famiglia, rafforzando così la sua natura divisionale.
Il Notariato propone inoltre la possibilità di stipulare un patto di famiglia senza la partecipazione di tutti i legittimari. Per quelli che partecipano, sarà previsto il riconoscimento di un diritto di credito, calcolato sulla base del valore dell’azienda e delle partecipazioni societarie. I legittimari che non partecipano al contratto avranno diritto alla liquidazione della loro quota, anche con altri beni, tenendo conto anche degli interessi legali.