"I modelli organizzativi e le frodi in competizioni sportive"
Uno dei primi topic, oggetto di approfondimento, è stato la lotta al match fixing, ossia il fenomeno delle c.d. "partite truccate", portata avanti da Lega Pro mediante il Progetto "Integrity", nato dallo spirito di riforma, rispetto e affermazione dei valori dello sport, che sta ispirando l'operato e i progetti di Lega Pro
Nel secondo incontro del Ciclo Formativo sulla responsabilità ex D.Lgs. n. 231/01, organizzato dal Centro Studi Borgogna in data 9 marzo u.s., si è discusso del tema de "I modelli organizzativi e le frodi in competizioni sportive".
L'incontro, aperto con i saluti di indirizzo da Fabrizio Ventimiglia Avvocato Penalista, Presidente del Centro Studi Borgogna, e moderato da Filippo Grassia, Giornalista di Radio Rai, ha visto la partecipazione di Leonardo Cammarata (Avvocato, Partner dello Studio Legale Arata e Associati); Giacomo Cardani (Avvocato, Presidente OdV AC Monza S.p.A); Tomaso Cortesi (Avvocato, Presidente OdV Atalanta Calcio S.p.A.) e di Francesco Ghirelli (Presidente Lega Calcio Pro).
Durante l'incontro, accreditato dal Consiglio Nazionale Forense, è stato descritto l'attuale panorama economico-finanziario che coinvolge il settore calcistico, anch'esso sotto pressione a causa dell'emergenza pandemica causata dal Covid 19: basti pensare alle forti restrizioni circa la presenza degli spettatori negli stadi, a causa della quale è stata sospesa la vendita dei biglietti per le competizioni sportive.
Uno dei primi topic, oggetto di approfondimento, è stato la lotta al match fixing, ossia il fenomeno delle c.d. "partite truccate", portata avanti da Lega Pro mediante il Progetto "Integrity", nato dallo spirito di riforma, rispetto e affermazione dei valori dello sport, che sta ispirando l'operato e i progetti di Lega Pro.
È stato, infatti, appurato come, alcuni risultati sportivi, non fossero decisi nel rettangolo di gioco, bensì al di fuori dello stesso, mediante il ricorso al fenomeno patologico delle frodi nelle scommesse sportive: una forte minaccia per il settore del calcio e dello sport in generale.
Per poter contrastare tale fenomeno Lega Pro ha adottato una serie di inziative, avviando, in particolare, una fitta collaborazione con le Autorità preposte alla sicurezza, nello specifico l'UISS (Unità Informativa Scommesse Sportive) e il GISS (Gruppo Investigativo Scommesse Sportive), mediante un concreto raccordo informativo, grazie al quale vengono analizzate le notizie prelevate dall'Agenzia internazionale Sportradar, al fine di redigere e valutare il piano annuale di prevenzione del suddetto fenomeno.
Sempre in quest'ottica, è risultata di fondamentale rilievo la redazione del Codice Etico della Lega Pro, i cui tre punti cardine sono l'educazione, la formazione e la prevenzione. Per dare attuazione a questi tre punti cardine è stato, appunto, ideato il Progetto Integrity, tramite il quale è stato possibile, da un lato, assumere maggior consapevolezza in ordine ai rischi insiti nelle competizioni sportive e, dall'altro, sviluppare dei mezzi di contrasto tecnologicamente più avanzati.
Come noto, il Codice Etico è frutto del lavoro del Comitato Etico; per tali ragioni si è reso necessario ripercorre, nel corso dell'incontro, anche le importanti unzioni che lo stesso svolge.
Il Comitato Etico vigila, infatti, sul rispetto dei principi etici, enunciati nel Codice, da parte dei soggetti destinatari del medesimo Codice; può convocare ai fini informativi tutti i soggetti che ritiene opportuno; redige una relazione annuale indirizzata al Presidente e al Consiglio Direttivo di Lega Pro e provvede alla revisione periodica, nonché all'aggiornamento del Codice Etico di Lega Pro.
Il Comitato Etico, dunque, assume un ruolo primario nell'elaborazione del Codice Etico, anche in considerazione dell'elevato profilo morale e professionale dei suoi componenti.
Il programma Integrity prevede, inoltre, l'istituzione dell'Integrity Officer, soggetto deputato a monitorare tutte le gare del Campionato di Lega Pro e della Coppia Italia, attraverso il Fraud Detection System, con il costante interscambio informativo/operativo con gli analisti di Sportradar.
Tale soggetto deve, altresì, segnalare immediatamente le anomalie dei flussi delle giocate all'UISS e al GISS, nonché alla Procura Federale affinché queste ultime possano svolgere le opportune attività investigative.
L' Integrity Officer redige, inoltre, il Piano di Formazione - Educazione - Prevenzione, rivolto a tutti i tesserati, affinché i medesimi possano meglio comprendere la portata del pericolo legato a tale fenomeno, e mantiene i contatti con ogni singolo Club attraverso un Referente Integrity.
Da ultimo, si consideri come, sempre grazie al Progetto Integrity, la Lega Pro abbia reso edotti tutti gli operatori del settore circa il modus attraverso il quale denunciare il reato di frode in competizioni sportive, come noto, inserito, peraltro, nel c.d. Catalogo dei reati presupposto, ex art. 25 quaterdecies del D.lgs. n. 231/2001.
A tal proposito, è bene sottolinerae come tutte le Società calcistiche, non soltanto quelle di Lega Pro, si siano dotate di Modelli di organizzazione e controllo, volti a prevenire la commisione dei reati presupposto, tra i quali, come detto, è ricompreso anche il delitto di frode in competizioni sportive.
A titolo esemplificativo, si segnala come nel c.d. Modello 231 adottato dall'Atalanta Calcio S.p.A., si percepisca – come ben rappresentato dall'Avv. Cortesi nel corso dell'incontro – in maniera netta la volontà di contrastare il c.d. match fixing mediante la formazione e informazione non solo dei propri tesserati, ma di ogni altro soggetto che graviti, a qualsiasi titolo, nel mondo Atalanta.
Nel medesimo Modello, è, altresì, previsto un obbligo di rinuncia dinanzi a tutte quelle circostanze che potrebbero, anche solo potenzialmente, avere una funzione agevolatrice della condotta di reato prevista ai sensi dell'art. 25 quaterdecies del D.lgs. n. 231/2001.
In conclusione, la lotta al match fixing ha ottenuto importanti risultati in questi anni, primo tra tutti, la sensibilizzazione delle società sportive rispetto a tale insidioso fenomeno; sensibilizzazione che hatrovato un riscontro concreto nell'adozione da parte delle stesse del Modello di organizzazione, gestione e controllo, grazie al quale, come noto, risulta possbilie – tra le altre cose – beneficiare, al ricorrere di determinate condizioni, dell'esimente di cui all'art. 6 del D.Lgs. n. 231/2001.
* a cura di Avv. Fabrizio Ventimiglia e Avv. Maria Elena Orlandini, Studio legale Ventimiglia