Ocf: “Inaccettabili limitazioni per copie fascicoli” - I casi di Venezia e Pordenone
La denuncia dell’Organismo congressuale forense: “In alcuni tribunali si lede il diritto di difesa”
L’Organismo Congressuale Forense esprime “forte preoccupazione” per le recenti disposizioni organizzative adottate da alcuni uffici giudiziari, che “rischiano di comprimere in modo illegittimo il diritto di difesa garantito dalla Costituzione”.
In particolare, si legge in una nota dell’Organismo congressuale forense, il Tribunale di Sorveglianza di Venezia e il Tribunale di Pordenone hanno introdotto restrizioni all’accesso e al rilascio delle copie dei fascicoli processuali, limitando la possibilità per i difensori di ottenere copia integrale degli atti, imponendo presenze fisiche in cancelleria e subordinando la gratuità delle copie a valutazioni discrezionali degli uffici.
Tali provvedimenti, che si fondano sulla nota del Dipartimento Affari Generali del Ministero della Giustizia del 23 maggio 2025 – prosegue il comunicato -, pur ispirati al contenimento della spesa pubblica, “producono un effetto inaccettabile: riducono l’effettività del diritto di difesa e ostacolano l’attività professionale degli avvocati”.
Per gli avvocati definire “generica” una richiesta di copia integrale del fascicolo “rappresenta un errore giuridico e sostanziale”. Il difensore – spiegano - ha diritto ad un accesso pieno e libero agli atti, condizione indispensabile per assicurare una difesa effettiva. Il patrocinio a spese dello Stato non è una concessione, ma un presidio costituzionale che rende effettivi gli articoli 24 e 25 della Costituzione. Limitare l’accesso agli atti significa colpire i più fragili e trasformare un diritto fondamentale in una mera concessione burocratica.
L’OCF chiede pertanto il ritiro immediato delle circolari e dei provvedimenti che comprimono il diritto di difesa e il ripristino delle corrette prassi nel rilascio delle copie, nel rispetto della legge e dei principi costituzionali.
L’Organismo Congressuale Forense “vigilerà affinché nessun cittadino venga privato di un diritto che la Costituzione riconosce come inviolabile presidio di libertà e giustizia”.
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