Separazione delle carriere, c’è l’ok definitivo del Senato - Meloni: “Traguardo storico”
Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni; ora il referendum
La riforma che introduce la separazione delle carriere della magistratura è stata approvata definitivamente dall’aula del Senato. Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare ma in base all’articolo 138 della Carta, l’assenza della maggioranza qualificata impone il ricorso a un referendum confermativo. Protesta di Pd, M5S e Avs in Aula al Senato subito dopo l’approvazione. I senatori dei tre gruppi hanno mostrato cartelli rossi con la scritta in bianco ‘no ai pieni poteri’.
Interviene a stretto giro, con un post sui social, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Ora la parola passerà ai cittadini. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”.
“Questo è l’inizio della fine, il prossimo step sarà il referendum e mi auguro che venga mantenuto in termini razionali e non venga politicizzato”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando ai cronisti al Senato subito dopo l’approvazione.
Compatta l’avvocatura che ha sostenuto la riforma durante tutto il percorso parlamentare e che si dice pronta ad impegnarsi in una campagna informativa per il sì. Per Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense: “Si apre ora una nuova fase che coinvolgerà direttamente i cittadini, chiamati a esprimersi nel referendum confermativo. È il momento ora di proseguire su questa strada per superare quelle dinamiche correntizie. L’Italia ha bisogno di una giustizia giusta, con un giudice terzo e imparziale, un pubblico ministero pienamente indipendente, ma sempre nell’ambito della giurisdizione, e con una difesa tecnica forte e autonoma”.
L’Associazione Italiana Giovani Avvocati esprime “apprezzamento” . “In vista del prossimo referendum – afferma il presidente AIGA, Carlo Foglieni – abbiamo elaborato un Manifesto in undici punti a favore del sì, con l’obiettivo di promuovere un dibattito tecnico, non politico, chiarendo le ragioni della nostra posizione”. “Siamo di fronte a un cambiamento di rilievo nel sistema giudiziario italiano – conclude il presidente AIGA – che valorizza le norme sulla giurisdizione in linea con i principi costituzionali. Distinguere sul piano ordinamentale tra giudicante e requirente è funzionale a garantire il pieno contraddittorio e la terzietà del giudice, rafforzando l’imparzialità quale presupposto naturale dell’equità del giudizio”.
“La separazione delle carriere – dichiara Fedele Moretti, appena eletto Coordinatore dell’OCF - realizza quanto previsto in Costituzione, ed è una riforma che garantisce al cittadino il diritto a un giudice terzo, più forte, distante allo stesso modo dalla accusa e dalla difesa. Con la riforma vengono meno le condizioni che hanno reso possibili le degenerazioni correntizie interne alla Magistratura. Dunque anche per questo non è una riforma contro la Magistratura, ma al contrario aumenta la fiducia del cittadino nella giustizia ed è destinata a migliorare la qualità del processo”.
Plaudono le Camere penali. “La separazione delle carriere - dichiara in una nota il presidente Francesco Petrelli - non è un atto contro qualcuno, ma un passo avanti verso uno Stato di diritto più equilibrato, nel quale ciascun potere eserciti la propria funzione nel rispetto delle garanzie e delle libertà individuali e costituzionali”. “Ora – prosegue - si apre l’ultima e più importante fase: il referendum confermativo popolare, nel quale il popolo italiano sarà chiamato a esprimersi su questa riforma. Sarà il momento della verità e della partecipazione civile”. E conclude: “Le Camere Penali si mobiliteranno in tutto il Paese per sostenere con forza le ragioni del “Sì”, per una giustizia più giusta, per un processo più equo e per una magistratura finalmente libera dal correntismo, autonoma di fronte alla politica e autorevole davanti al cittadino”.
Molto critica invece l’Associazione nazionale magistrati. “Questa riforma - si legge in una nota della Giunta esecutiva centrale dell’Anm - altera l’assetto dei poteri disegnato dai costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Una riforma che non rende la giustizia più rapida o più efficiente ma la rende più esposta all’influenza dei poteri esterni e rischia di triplicare i costi con lo sdoppiamento del Csm e l’istituzione dell’Alta corte disciplinare”.
Per Andrea Delmastro delle Vedove, Sottosegretario di Stato alla Giustizia: “Con l’approvazione parlamentare definitiva della riforma della giustizia, l’Italia compie una svolta epocale”. “Separare le carriere – prosegue - significa garantire davvero la terzietà del giudice, la parità tra accusa e difesa e restituire alla magistratura quella libertà che per anni è stata soffocata dal potere degenerato delle correnti e dalle interferenze della politica. La differenziazione dei CSM per giudicanti e pubblici ministeri, e soprattutto il sorteggio dei loro componenti, libera i magistrati dal condizionamento delle correnti e restituisce centralità al merito, non all’appartenenza”.
Alzano i toni le opposizioni. “È una riforma contro la magistratura e contro ciò che rappresenta, cioè un limite al potere delle maggioranze. Non si spiegherebbe altrimenti l’indisponibilità al confronto che ha segnato tutto l’iter parlamentare”. Così il senatore del Pd Andrea Giorgis.
Per il senatore M5S Roberto Scarpinato: “La vera linea di discrimine del conflitto politico oggi non è tra una destra e una sinistra che, pur avendo politiche diverse in materia di giustizia, tuttavia si riconoscono nel comune quadro di valori della Costituzione del 1948, ma è tra amici della Costituzione e nemici della Costituzione, travestiti da falsi amici”.
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di Carlo Foglieni Presidente dell'Associazione italiana giovani avvocati e con la collaborazione di Elisa Davanzo e Giuseppe Murone
EDITORIALE - Progetto di revisione costituzionale nel solco della tutela dei diritti
di Giorgio Spangher - Professore emerito presso La Sapienza Università di Roma




