Comunitario e Internazionale

UE: una roadmap verso i “crediti natura”

*ESTRATTO da Compliance - Il Mensile, 25 settembre 2025, n. 29 - p. 10

di Alice Mauro*

La Presidente della Commissione Europea Von Der Leyen ha dichiarato: “Dobbiamo mettere la natura in bilancio”.

L’Unione Europea si è impegnata a destinare il 10% del proprio bilancio al sostegno di azioni e investimenti volti alla protezione ed al ripristino della biodiversità entro il 2026-2027 e a raddoppiare la spesa esterna per la biodiversità, portandola a 7 miliardi di euro. Con una stima di 65 miliardi di euro necessari ogni anno per investimenti nella biodiversità, combinare finanziamenti pubblici e privati sarà essenziale per ottenere risultati su larga scala e in tempi rapidi.

Ma facciamo un passo indietro. Circa il 72% delle aziende dell’area euro dipendono da servizi con impatti sull’ambiente, compresi quelli situati al di fuori dell’Unione Europea, vista l’economia fortemente connessa, frutto della globalizzazione. Il deterioramento della natura, sulla terra ferma e in mare, è considerata una delle principali cause che determinano perdite economiche e rischi finanziari, pertanto, investire nel ripristino della natura è fondamentale per la competitività, la resilenza, la prosperità e la sicurezza dell’Europa.

Proprio da questa prospettiva è stata elaborata una tabella di marcia verso la creazione dei “crediti natura”.

Vediamo di cosa si tratta.

Dal comunicato stampa della Commissione Europea del 7 luglio 2025 si apprende che i crediti natura rappresentano un investimento in azioni positive per la natura da parte di un’azienda, un istituto finanziario, un ente pubblico o un cittadino, che in cambio può beneficiare di ecosistemi più puliti, riduzione dei rischi, miglioramento della reputazione e maggiore accettabilità sociale per i propri progetti.

Nel concreto i crediti natura potrebbero funzionare come segue.

I crediti natura potrebbero essere generati da coloro che intraprendono azioni di ripristino e manutenzione, anche in forma collaborativa, al fine di recuperare o migliorare un’area naturale.

Un certificatore indipendente si occuperebbe di esaminare il progetto che, se conforme a determinati criteri attinenti alla biodiversità, riceverebbe appunto una certificazione, ovverosia un riconoscimento formale dell’alta qualità dell’azione intrapresa.

Questi crediti verrebbero poi venduti ad aziende, enti pubblici e cittadini desiderosi di contribuire al ripristino della natura, al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, all’investimento nella riduzione dei rischi legati alla natura o al sostegno alle comunità locali.

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