Giustizia

Intelligenza artificiale: il Governo vara con un Ddl la stretta, nuovi reati e aggravanti

Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato un disegno di legge in materia di IA. L’investimento è di 1miliardo di euro. Limitato l’utilizzo della IA nella giurisdizione a funzioni organizzative e di ricerca. Obbligo dei professionisti di informare il cliente sul relativo utilizzo

di Francesco Machina Grifeo

Nasce un nuovo reato: l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale punito con la pena da uno a cinque anni di reclusione, se dal fatto deriva un danno ingiusto. Inoltre, si cerca di delimitare (articolo 14, in tutto sono 26) l’utilizzo della IA nella giurisdizione prevedendone l’utilizzo unicamente per “l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario” e per “la ricerca giurisprudenziale e dottrinale”. Precludendone invece in ogni modo l’impiego nella decisione del giudice. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. L’investimento previsto, con il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, è di 1miliardo di euro.

Il provvedimento è a largo raggio intervenendo su cinque ambiti diversi: la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali. Si prevede, inoltre, una delega al governo per adeguare l’ordinamento nazionale al Regolamento UE in materie come l’alfabetizzazione dei cittadini in materia di IA e la formazione da parte degli ordini professionali per professionisti e operatori. La delega riguarda anche il riordino in materia penale per adeguare reati e sanzioni all’uso illecito dei sistemi di IA.

La criminalità, soprattutto quella organizzata – ha detto il Ministro Nordio in conferenza stampa - continua a trovare dei sistemi più sofisticati. È una continua rincorsa, noi sappiamo che sarà una rincorsa estremamente difficile perché non sappiamo dove ci porterà questa intelligenza artificiale, probabilmente tra qualche anno - e ne abbiamo che parlato tra colleghi - sarà impossibile distinguere quello che fai realmente e quello che gli altri ti fanno fare. Tutto questo un domani dovrà essere oggetto di tutela penale. Ci abbiamo già pensato: per i reati per cui l’Ia può intervenire in modo insidioso è stata già prevista come circostanza aggravante”.

Denso di novità il “pacchetto giustizia”. Nell’amministrazione della giustizia l’utilizzo dell’IA, spiega una nota di Palazzo Chigi, è consentito esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, quindi per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi. Mentre è sempre riservata al magistrato la decisione sull’interpretazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento inclusa la sentenza. Tra le materie di competenza esclusiva del tribunale civile si aggiungono le cause che hanno ad oggetto il funzionamento di un sistema di intelligenza artificiale.

Sul fronte penale si prevede un aumento della pena per i reati commessi mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, quando gli stessi, chiarisce il Governo, per la loro natura o per le modalità di utilizzo, abbiano costituito mezzo insidioso, o quando il loro impiego abbia comunque ostacolato la pubblica o la privata difesa o aggravato le conseguenze del reato. Un’ulteriore aggravante è prevista per chi, attraverso la diffusione di prodotti dell’IA, prova ad alterare i risultati delle competizioni elettorali, come già avvenuto in altre nazioni europee.

Si punisce poi con una nuova fattispecie di reato l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale, atti a indurre in inganno sulla loro genuinità, con la pena da uno a cinque anni di reclusione se dal fatto deriva un danno ingiusto. E si introducono circostanze aggravanti speciali per alcuni reati nei quali l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale abbia una “straordinaria capacità di propagazione dell’offesa”.

Infine, attraverso apposita delega, il Governo dovrà prevedere: strumenti tesi ad inibire la diffusione e a rimuovere contenuti generati illecitamente anche con sistemi di intelligenza artificiale, supportati da un adeguato sistema di sanzioni; una o più autonome fattispecie di reato, punite a titolo di dolo o di colpa, nonché ulteriori fattispecie di reato, punite a titolo di dolo, dirette a tutelare specifici beni giuridici esposti a rischio di compromissione per effetto dell’utilizzazione di sistemi di intelligenza artificiale; una circostanza aggravante speciale per i delitti dolosi puniti con pena diversa dall’ergastolo nei quali l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale incida in termini di rilevante gravità sull’offesa; una revisione della normativa sostanziale e processuale vigente, anche a fini di razionalizzazione complessiva del sistema.

In materia di lavoro viene stabilito il “principio antropocentrico” nell’utilizzo dell’IA che dunque può essere impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psico-fisica dei lavoratori, accrescere la qualità delle prestazioni e la produttività nel rispetto però dei principi di equità e non discriminazione. A questo proposito viene istituito un “Osservatorio” presso il ministero del Lavoro.

Riguardo poi le professioni intellettuali, il pensiero critico umano deve sempre risultare prevalente rispetto all’uso degli strumenti di intelligenza artificiale, che di conseguenza può riguardare solo le attività di supporto all’attività professionale. Non solo, per assicurare il rapporto fiduciario, il professionista dovrà informare il cliente sui modi di utilizzo della IA in chiaro, semplice ed esaustivo.

Adottate anche misure a sostegno del diritto d’autore, nell’ambito del “Testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi”, volte a favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di intelligenza artificiale nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici. Il contenuto modificato dovrà avere un segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata con l’acronimo “IA”. Escluse dall’obbligo le manifestazioni creative, satiriche, artistiche ecc,

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