Magistratura, più donne vincitrici del concorso con picchi del 69%
Una forbice tra il 56% e il 69%; è il range percentuale di donne vincitrici dei concorsi in magistratura banditi tra il 2016 e il 2022, che certifica una presenza femminile prevalente nella professione. I dati, della Direzione generale dei magistrati del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero, sono ancora parziali per i concorsi più recenti e in via di espletamento, in particolare quelli banditi con i decreti ministeriali del 9 ottobre 2023, dell’8 aprile 2024 e del 10 dicembre 2024.
La percentuale di vincitrici supera stabilmente quella dei vincitori dal 1996, e raggiunge il picco con il concorso bandito con decreto ministeriale del 19 ottobre 2019: su 209 idonei, sono 145 le donne, pari al 69,3%.
Secondo i dati del Consiglio superiore della magistratura, sui 9.662 magistrati presenti in Italia, inclusi quelli fuori ruolo e i magistrati ordinari in tirocinio, le donne rappresentano il 56.7%. Percentuali simili si registrano sul territorio: le magistrate al Centro, al Nord e al Sud rappresentano rispettivamente il 56%, il 59% e il 58% sul totale in servizio. Tuttavia, se si guarda agli uffici con giurisdizione nazionale (Corte di Cassazione, Direzione e Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Tribunale superiore delle acque pubbliche), il personale femminile di magistratura scende al 37%.
Nei distretti, picchi di presenza di magistrate si registrano a Milano (65%), Napoli (63%), Catanzaro (61%), ma anche a Torino, Sassari, Catania (60 %). Solo nelle tre sedi di Trento, Bolzano e Cagliari i colleghi uomini superano le donne.
Per quanto riguarda i 416 magistrati con incarichi direttivi, 3 su 4 sono uomini. Ma dal 2008 si registra stabilmente una crescente assunzione di funzioni direttive da parte delle donne.
Nel distretto di Napoli si guarda al futuro con la Presidente della Corte d’Appello. “Sicuramente, rispetto a quando sono entrata in magistratura, quella forchetta che viene chiamata gender gap si è assottigliata”, dice Maria Rosaria Covelli, già alla guida dell’Ispettorato generale del Ministero. Che ricorda i passi avanti delle donne verso l’apice: “È stata nominata una donna Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia – prosegue – e una donna Prima Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano. Anche nel distretto di Napoli le donne ai vertici degli Uffici giudiziari sono in netta maggioranza”.
Nonostante questi esempi felici, le donne con incarichi direttivi sono ancora troppo poche. “Ancora oggi la maternità o l’assistenza ai familiari in difficoltà vengono considerate un problema per la funzionalità dell’Ufficio”, dice ancora Covelli. “Sul piano dello svolgimento concreto del lavoro, molto è stato fatto anche grazie ai Comitati pari opportunità e alle indicazioni del CSM”.
“Molto bisogna ancora fare – conclude la Presidente – per un’autentica e piena parità di genere nel Paese e anche nell’ambito della nostra categoria, per la completa attuazione del secondo comma dell’art.3 della Costituzione”.
Il Tar Lazio chiude il 2024 in "positivo"ma servono risorse per le sfide future
di Marcello Clarich - Professore ordinario di Diritto amministrativo presso La Sapienza Università di Roma