Civile

Cassazione: 19mila processi in meno per il Covid - I dati 2020-2019 a confronto

Nel penale depositate quasi 15mila decisioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019; 3.800 invece nel civile

di Francesco Machina Grifeo

Al 30 novembre 2020 la Corte di cassazione ha pubblicato 18.700 decisioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo scostamento è dovuto all'emergenza Covid-19 ed in particolare al fatto che per due mesi le attività non solo della Suprema corte ma anche delle Corti di appello si sono quasi completamente fermate. Un gap che a questo punto non verrà colmato in questo scorcio d'anno.

È il penale (che pure formalmente non si è mai interrotto) a soffrire di più: le Sezioni infatti nei primi undici mesi hanno pubblicato ben 14.866 provvedimenti in meno: 9.192 sentenze e 5.676 ordinanze. Mentre lo scorso anno dunque nello stesso periodo i numeri indicavano 48.732 decisioni (28.044 sentenze e 20.688 ordinanze), nel 2020 siamo scesi complessivamente a 33.866 decisioni (18.856 sentenze e 15.010 ordinanze). Il maggior calo si è registrato nella Sezione settima che giudica le inammissibilità passata 19.975 a 14.151 (-5.824), segno che molte cause non sono proprio pervenute al Palazzaccio che infatti non registra un particolare accumulo dell'arretrato nel penale.

Nel civile, invece, a fine novembre 2020, i provvedimenti decisi sono stati 27.507, 3.836 in meno rispetto allo stesso arco temporale dello scorso anno quando erano stati 31.343. Quest'anno dunque sono state pubblicate: 3.525 sentenze civili (5.954 nel 2020), 22.226 ordinanze (23mila nel 2020), 1.000 ordinanze interlocutorie (1.756 nel 2020) e 756 decreti (631 nel 2020).

Va ricordato che con una serie di eccezioni nel civile (per esempio in materia di minori e famiglia) ma anche nel penale, dove è sempre stato assicurato un presidio per le cause urgenti, il legislatore con il Dl 18 del 2020, ha disposto che «dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020 le udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari sono rinviate d'ufficio a data successiva al 15 aprile 2020», termine poi "prorogato" dal Dl n. 23 del 2020, all'11 maggio 2020. Successivamente, con la ripresa si sono comunque dovute implementare e seguire una serie di regole e paletti per l'accesso e la trattazione delle cause nei Tribunali e nelle Corti.

Tornando al civile, l'impatto non è stato uguale per tutte le Sezioni. A subire di più il blocco sono state: la Sezione Lavoro che ha pronunciato circa 1.300 sentenze in meno; ma anche la Sezione Tributaria, già gravata da un ingente arretrato, che (inclusa la Sottosezione VI) è sotto di circa 1.800 decisioni. La questione dei "carichi" del resto è sotto stretta osservazione, tanto che nel PNRR (cd. Recovery plan) sono stati previsti specifici rinforzi per affrontare "la perdurante criticità che affligge la sezione tributaria della Cassazione", con la possibilità di assegnare fino a 50 unità di magistrati onorari ausiliari, in via temporanea e contingente.

È rimasta indietro anche la VI, la cd "Sezione filtro", introdotta con la legge 18 giugno 2009 n. 6, ed articolata in 5 Sottosezioni (Prima, Seconda, Terza, Lavoro e Tributaria) che nel complesso è passata da 10.661 decisioni a 8.984. In controtendenza invece la I Sezione civile che ha pubblicato 1.047 decisioni in più rispetto al 2019, anche per via dell'esplosione delle cause in materia di immigrazione. Il ritardo cumulato prima dell'estate non è poi ulteriormente cresciuto considerato che da settembre si è ripreso a depositare a ritmo sostanzialmente ordinario, dal 1/9 al 15/11, per esempio, sono state depositate soltanto 100 sentenze in meno.

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