Approda in “Gazzetta Ufficiale” la dichiarazione di morte presunta del fisico Ettore Majorana
Tra storia e diritto arriva nella Raccolta delle leggi il provvedimento della sezione II civile del Tribunale di Roma in cui si certifica che lo scienziato è scomparso nel marzo 1938
È stata pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale” del 4 marzo 2025(Parte Seconda n.27 ) la richiesta di dichiarazione di morte presunta della sezione II civile del Tribunale di Roma (R.G. V.G. 13990/2024) che riguarda il grande fisico Ettore Majorana.
«Il Tribunale di Roma, con decreto del 19.12.2024, depositato il 17.01.2025, ha ordinato le pubblicazioni per la dichiarazione di morte presunta di Ettore Majorana, nato a Catania il 05.08.1906, con ultima residenza a Roma, scomparso in circostanze mai accertate nel marzo 1938.
Si invita chiunque abbia notizie dello scomparso di farle pervenire al Tribunale di Roma entro sei mesi dall’ultima pubblicazione».
Lapidarie parole che riaprono un mistero o forse, vi pongono fine con la parola morte. Presunta.
Ma cosa è la morte presunta?
Presupposto per la dichiarazione di morte presunta è la scomparsa dell’individuo (art. 48 cod. civ.) da almeno dieci anni. La morte presunta può essere dichiarata quando sia estremamente probabile l’avvenuto decesso (certamente a oggi Ettore Majorana è morto. Avrebbe 119 anni), tenendo conto delle circostanze in cui è avvenuta la scomparsa e i fatti emersi successivamente alla eventuale dichiarazione di assenza.
E quindi, per tornare alla morte presunta, ai sensi del combinato disposto degli artt. 58 e 61 cod. civ., la successione si apre nel momento in cui la sentenza dichiarativa abbia presunto verificarsi la morte. Mentre ai sensi degli artt. 63 e 64 c.c. la delazione ereditaria avviene nel momento in cui tale sentenza diviene eseguibile.
In buona sostanza, il momento della morte accertata rileva ai fini dell’apertura della successione, mentre per altri effetti si fa riferimento al momento in cui si è avuta notizia della morte e non a quello in cui la morte si sarebbe verificata.
Ai sensi dell’art. 43 cod. civ. la successione si apre nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto, dove questi aveva stabilito il centro principale dei propri affari e interessi. Majorana viveva a Roma dove frequentava il gruppo di Fermi, sebbene non assiduamente, preferendo lavorare da solo. Solo pochi mesi prima della sua scomparsa si era trasferito a Napoli.
La determinazione del luogo di apertura della successione è di grande importanza perché serve a determinare le competenze in materia di “foro competente per le cause ereditarie (art. 22 c.p.c.); la cancelleria del tribunale circondariale competente a ricevere la dichiarazione di accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario (art. 484) o la rinunzia alla stessa (art. 519); l’accettazione o la rinunzia alla nomina di esecutore testamentario (art. 702); il tribunale competente alla nomina di curatore nel caso di eredità beneficiata quando l’erede rilasci i beni ai creditori (art. 508) o di eredità giacente (art. 528); il tribunale competente a ordinare la pubblicazione di un testamento olografo (art.620) o segreto (art. 621).
Legittimati non sono tutti gli interessati, ma soltanto, oltre al Pm, coloro che sarebbero eredi testamentari o legittimi qualora lo scomparso fosse morto nel giorno in cui risale l’ultima notizia di lui, e i loro rispettivi eredi; i legatari, i donatari e tutti quelli ai quali spetterebbero diritti dipendenti dalla morte della persona di cui si tratta; e inoltre coloro che per effetto della morte dello scomparso sarebbero liberati da obbligazioni.
L’istituto della successione e il Caso Majorana
Probabilmente la decisione di far dichiarare la morte presunta del grande scienziato catanese è legata a motivi familiari per la definizione di vicende ereditarie.
C’è da precisare che l’allontanamento volontario e la successiva mancanza di notizie non sono sufficienti per dichiarare la morte presunta.
Ettore Majorana lascia Napoli, città nella quale, dal 1937 insegnava Fisica teorica, con un piroscafo alla volta di Palermo, dove si ferma per un paio di giorni.
Fra la partenza e l’arrivo in un viaggio per mare da Palermo a Napoli, il 26 marzo 1938, si perdono le tracce. Da allora, sono state fatte molte ipotesi. Della sua scomparsa si occuparono il capo della polizia Arturo Bocchini, sollecitato da Giovanni Gentile e da Mussolini.
Ci scrisse un bellissimo libello Leonardo Sciascia “La scomparsa di Majorana” dove lo scrittore ipotizza un ritiro in un monastero in Calabria.
Secondo un’altra ipotesi, emersa negli anni 70, Majorana si trovava in Sicilia, nei panni di un tale Tommaso Lipari, un senzatetto, bravissimo in matematica e fisica.
Il caso venne riaperto nel 1988 dall’allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino che però, smentì l’ipotesi.
Nel 2008, la trasmissione tv Chi l’ha visto? ha intervistato un italiano emigrato in Venezuela che ha rivelato di aver incontrato Majorana nella città venezuelana di Valencia dove il fisico si nascondeva dietro l’identità di un certo signor Bini.
Tutte ipotesi. Nessuna prova.
L’unico fatto certo è la sola scomparsa di Ettore Majorana nel marzo 1938.