Penale

Alcoltest: se l'ora sugli scontrini non corrisponde all'orario indicato sul verbale si può correggere a penna

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di Domenico Carola

Cambiare a penna l'orario sugli scontrini stampati dall'alcoltest non mette in dubbio la funzionalità dell'apparecchio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 8060 del 20 febbraio 2017.

Il caso - Un automobilista si vedeva confermata dai Giudici della Corte d'Appello la pronuncia di condanna per il reato di cui all'articolo 186, lettera c), del codice della strada per guida in stato di ebbrezza, con tasso alcolemico rilevato di g/l 1,74 e 1,77. Avverso la sentenza aveva proposto ricorso per cassazione il difensore dell'imputato, lamentando la erronea applicazione della legge ed il difetto di motivazione laddove il giudice di merito aveva riconosciuto la colpevolezza dell'imputato pur in assenza di una prova certa che gli scontrini dell'alcoltest fossero riconducibili allo stesso. Sul punto la Corte di merito aveva travisato la prova, invero non aveva rilevato che l'orario degli scontrini non corrispondeva a quello del verbale ed era stata necessaria una correzione a penna fatta dai verbalizzanti per rendere gli atti coerenti tra loro.

La decisione - Gli Ermellini ritengono il ricorso infondato e, di conseguenza, lo respingono. L'apparecchio, perfettamente funzionante, aveva riportato nei due test un tasso alcolemico di 1.74 e 1.77 g/l, riguardo ai quali non è lecito nutrire alcun tipo di dubbio. Né si può mettere in dubbio il fatto che quell'accertamento riguardasse proprio l'imputato e non un altro automobilista, dal momento che sui due foglietti appare proprio il suo nome. Oltre a ciò, viene a sostegno della condanna anche la testimonianza resa dai due verbalizzanti, che hanno evidenziato come al momento dei controlli l'imputato presentassi numerosi ed evidenti sintomi di ubriachezza, fra cui l'alito vinoso, la difficoltà a coordinarsi e a parlare, la guida contromano e a zig-zag. Proprio quest'ultimo punto ha indotto un cittadino ad avvertire le forze dell'ordine. Di fronte a tali prove schiaccianti, non è possibile mettere in dubbio il funzionamento dell'alcoltest a causa di una mera irregolarità, peraltro prontamente corretta dai verbalizzanti.

Corte di Cassazione – Sezione IV – Sentenza 20 febbraio 2017 n 8060

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