Assistenti digitali: i consigli del Garante per presidiare la privacy
Il richiamo del Garante per un uso informato e consapevole dello smart assistant, per tutelare in modo adeguato i dati personali degli utilizzatori e quelli di tutte le persone che entrano, volontariamente o meno, nel campo di azione degli assistenti digitali
L'assistente digitale (in inglese, smart assistant) è programma che, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, interpreta il linguaggio naturale ed è in grado di "dialogare" con gli esseri umani.
Questa interazione tra tecnologia e individuo consente sia di soddisfare diversi tipi di richieste della persona che utilizza tali dispositivi come, ad esempio, rispondere direttamente a richieste di informazioni, fare ricerche su Internet, ricercare e indicare percorsi stradali, sia di compiere determinate azioni come, ad esempio, fare una telefonata, effettuare un acquisto online, regolare la temperatura o l'illuminazione di un'abitazione, chiudere o aprire serrature di case o automobili intelligenti, attivare elettrodomestici come la lavatrice, e così via.
Questa tecnologia è ormai molto diffusa e viene installata su vari dispositivi, la possiamo trovare negli smartphone, nelle auto, nelle case sotto forma di "altoparlanti intelligenti".
Per funzionare tali sistemi informatici raccolgono, trattano e conservano una gran mole di dati personali ed è per questo che la tematica ha un forte impatto sotto il profilo della riservatezza della persona.
Le informazioni personali che vengono raccolte non sono solo quelle relative all'utilizzatore diretto, ma possono riferirsi anche a chiunque si trovi nello stesso ambiente e riguardano, ad esempio:
• scelte, preferenze e abitudini relative a stili di vita, consumi, interessi, ecc.;
• caratteristiche biometriche, come ad esempio quelle della voce e del volto, se i dispositivi sono dotati di videocamera;
• geolocalizzazione (posizione, percorsi abituali o frequenti, domicilio, indirizzo del posto di lavoro, ecc.);
• numero e caratteristiche (età, sesso, ecc.) delle persone che si trovano nell'ambiente in cui operano;
• stati emotivi.
Ciò premesso, è necessario cercare di fare un uso informato e consapevole di questi strumenti, per tutelare in modo adeguato i dati personali degli utilizzatori e quelli di tutte le persone che entrano, volontariamente o meno, nel campo di azione degli assistenti digitali.
Inoltre, l'esigenza della tutela della privacy delle persone che utilizzano o frequentano lo stesso ambiente dove insistono gli assistenti digitali si pone in primo piano anche perché tale tecnologia, come tutti i dispositivi e servizi che sono parte dell'Internet delle cose (nell'acronimo inglese "IoT" – Internet of things), non si limita ad essere in connessione con la rete, ma è anche in grado di "dialogare" con altri dispositivi IoT. Questa capacità amplifica la possibilità di raccolta, incrocio dei dati e diffusione di informazioni personali.
Ad esempio, gli assistenti digitali con funzioni domotiche possono essere connessi con oggetti e servizi presenti nelle nostre case, dagli elettrodomestici alle smart TV, dalle luci ai sistemi di sicurezza e videosorveglianza. Si tratta di funzioni che semplificano la vita, perché in questo modo molti oggetti diventano controllabili a distanza con il solo utilizzo della voce.
A questo proposito, il Garante per la protezione dei dati personali suggerisce di informarsi con attenzione su come e da chi vengano raccolti, elaborati, conservati ed eventualmente a chi vengano resi accessibili i dati personali, valutando il possibile impatto sulla privacy domestica.
In generale, l'Autorità di controllo privacy, oltre che consigliare appunto di leggere attentamente l'informativa sul trattamento dei dati personali dei dispositivi, fornisce attraverso una pratica scheda informativa una serie di utili suggerimenti per un corretto utilizzo di queste tecnologie per preservare/governare consapevolmente la nostra riservatezza.
Per esempio, nel momento in cui si attiva per la prima volta lo smart assistant è meglio fornire solo le informazioni specificamente necessarie per la registrazione e attivazione dei servizi, utilizzando eventualmente pseudonimi per gli account, soprattutto se riferiti a minori (con riferimento ai soggetti minori di età, si potrebbe anche decidere di evitare che essi possano utilizzare autonomamente smart assistant, impostando password o impronte vocali che limitano l'accesso al servizio solo a specifici utenti adulti).
Inoltre, è meglio evitare di utilizzare l'assistente digitale per memorizzare informazioni delicate come quelle relative alla propria salute, le password, i numeri delle carte di credito, ecc.
Occorre valutare anche rischi e benefici dell'eventuale accesso da parte dello smart assistant ai dati conservati sul dispositivo in cui è installato, come ad esempio l'archivio fotografico, la rubrica, il calendario dello smartphone, ecc.