Configurabilità ed elementi costitutivi del reato di maltrattamenti in famiglia
Reati contro la famiglia - Delitti contro l'assistenza familiare - Maltrattamenti - Reato abituale - Configurabilità.
Integra l'elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia il compimento di più atti, delittuosi o meno, di natura vessatoria che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, senza che sia necessario che essi vengano posti in essere per un tempo prolungato, essendo sufficiente la loro ripetizione e non rilevando, posta la natura abituale del reato, che durante lo stesso siano riscontrabili nella condotta dell'agente periodi di normalità e persino di apparente accordo con il soggetto passivo.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 25 febbraio 2019 n. 8312
Reati contro la famiglia - Delitti contro l'assistenza familiare - Maltrattamenti in famiglia - Elemento oggettivo (materiale) - Condotte persecutorie nei confronti dell'altro coniuge - Reato di maltrattamenti nei confronti del figlio minore costretto ad assistere - Configurabilità - Sussistenza.
Integrano il reato di maltrattamenti in danno del figlio minore anche le condotte persecutorie poste in essere da un genitore nei confronti dell'altro quando il figlio è costretto ad assistervi sistematicamente, trattandosi di condotta espressiva di una consapevole indifferenza verso gli elementari bisogni affettivi ed esistenziali del minore e idonea a provocare sentimenti di sofferenza e frustrazione in quest'ultimo.
•Corte di cassazione, sezione V penale, sentenza 13 luglio 2018 n. 32368
Maltrattamenti in danno del coniuge - Condanna - Elementi costitutivi la fattispecie di reato - Elemento soggettivo e oggettivo del reato.
Per la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di cui all'articolo 572 c.p. non è necessario che l'agente abbia perseguito particolari finalità né il proposito di infliggere alla vittima sofferenze fisiche o morali senza plausibile motivo, essendo invece sufficiente il dolo generico cioè la coscienza e volontà di sottoporre il soggetto passivo a tali sofferenze in modo continuo ed abituale; non è, quindi, richiesto un comportamento vessatorio continuo e ininterrotto; essendo l'elemento unificatore dei singoli episodi costituito da un dolo unitario, e pressoché programmatico, che abbraccia e fonde le diverse azioni; esso consiste nell'inclinazione della volontà a una condotta oppressiva e prevaricatrice che, nella reiterazione dei maltrattamenti, sì va realizzando e confermando, in modo che il colpevole accetta di compiere le singole sopraffazioni con la consapevolezza di persistere in una attività illecita, posta in essere già altre volte.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 26 giugno 2018 n. 29255
Reati contro la famiglia - Delitti contro l'assistenza familiare - Maltrattamenti in famiglia - Elemento oggettivo (materiale) - Liti tra genitori - Reato di maltrattamenti anche nei confronti dei figli minori (c.d. violenza assistita) - Configurabilità - Condizioni.
Il delitto di maltrattamenti è configurabile anche nel caso in cui i comportamenti vessatori non siano rivolti direttamente in danno dei figli minori, ma li coinvolgano indirettamente, come involontari spettatori delle liti tra i genitori che si svolgono all'interno delle mura domestiche (c.d. violenza assistita), sempre che sia stata accertata l'abitualità delle condotte e la loro idoneità a cagionare uno stato di sofferenza psicofisica nei minori spettatori passivi.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 2 maggio 2018 n. 18833
Reati contro la famiglia - Delitti contro l'assistenza familiare - Maltrattamenti in famiglia - In genere - Elemento oggettivo - Protrarsi di atti vessatori - Necessità - Condizioni - Fattispecie.
L'elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 cod. pen. è integrato dalla realizzazione, in momenti successivi, di condotte di natura vessatoria che provochino sofferenze fisiche e/o morali legate da un'unica intenzione criminosa di ledere l'integrità fisica e il patrimonio morale del soggetto passivo ovvero di infliggere abitualmente tali sofferenze. Il reato ricorre anche quando i maltrattamenti si ripetano in un contesto temporale limitato, non rilevando, data la natura abituale del reato, l'alternarsi di periodi di normalità nella condotta del soggetto agente e di accordo con il soggetto passivo. (Fattispecie in cui la condotta contestata, consistita nell'ingiuriare, minacciare ed aggredire fisicamente la vittima, tenendo, altresì, atteggiamenti palesemente denigratori nei suoi confronti era stata attuata nel corso di tre mesi di convivenza frammezzata da periodi di quiete).
•Corte di cassazione, sezione III penale, sentenza 12 febbraio 2018 n. 6724
Reati contro la famiglia - Delitti contro l'assistenza familiare - Maltrattamenti in famiglia - In genere - Reato abituale - Elementi costitutivi - Maltrattamenti in danno dello stesso soggetto passivo in tempi distinti - Pluralità di reati - Condizioni.
Il delitto previsto dall'art. 572 cod. pen. configura un reato abituale, essendo costituito da una pluralità di fatti commessi reiteratamente dall'agente con l'intenzione di sottoporre il soggetto passivo ad una serie di sofferenze fisiche e morali, onde ogni successiva condotta di maltrattamento si riallaccia a quelle in precedenza realizzate, saldandosi con esse e dando vita ad un illecito strutturalmente unitario; allorché, di contro, la serie di fatti costituenti maltrattamenti si esaurisca e, dopo un notevole intervallo temporale, ne inizi un'altra contro lo stesso soggetto passivo, si è in presenza di due autonomi reati di maltrattamenti, eventualmente uniti dal vincolo della continuazione ove sussista un medesimo disegno criminoso.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 20 dicembre 2017 n. 56961
Reati contro la famiglia - Delitti contro l'assistenza familiare - Maltrattamenti in famiglia - Elemento oggettivo (materiale) - Specifici atti vessatori nei confronti di un determinato soggetto passivo - Necessità - Esclusione - Clima di sopraffazione e umiliazione generalmente instaurato all'interno di una comunità - Configurabilità del reato - Presupposti - Fattispecie.
Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 572 cod. pen., lo stato di sofferenza e di umiliazione delle vittime non deve necessariamente collegarsi a specifici comportamenti vessatori posti in essere nei confronti di un determinato soggetto passivo, ma può derivare anche da un clima generalmente instaurato all'interno di una comunità in conseguenza di atti di sopraffazione indistintamente e variamente commessi a carico delle persone sottoposte al potere dei soggetti attivi, i quali ne siano tutti siano consapevoli, a prescindere dall'entità numerica degli atti vessatori e dalla loro riferibilità ad uno qualsiasi dei soggetti passivi. (Fattispecie relativa alla continua espressione di frasi ingiuriose e a maltrattamenti fisici da parte delle operatrici di un istituto pubblico di assistenza nei confronti di persone anziane ivi ricoverate nel reparto di lunga degenza).
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 3 marzo 2010 n. 8592