Convenzione europea per gli avvocati, Germanà Tascona rappresentante per l’Italia
Un riconoscimento formale al ruolo dell’avvocatura nella salvaguardia dello Stato di diritto. È questo il cuore della Convenzione europea per la protezione degli avvocati, firmata martedì a Lussemburgo anche dall’Italia per mano del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Un riconoscimento formale al ruolo dell’avvocatura nella salvaguardia dello Stato di diritto. È questo il cuore della Convenzione europea per la protezione degli avvocati, firmata martedì a Lussemburgo anche dall’Italia per mano del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Ma dietro la sottoscrizione del primo trattato internazionale vincolante in materia, c’è un lungo lavoro preparatorio al quale l’Italia ha contribuito in maniera decisiva. Tra i protagonisti, la penalista e consigliera del Consiglio Nazionale Forense Nadia Germanà Tascona, che ha rappresentato il nostro Paese nel Comitato di esperti incaricato dal Consiglio d’Europa di redigere il testo.
Designata dal ministero della Giustizia su indicazione del CNF, Germanà Tascona ha partecipato ai nove incontri tecnici che tra il 2022 e il 2024 hanno portato all’elaborazione e all’approvazione definitiva del documento, presentato nel novembre scorso al Comitato europeo per la cooperazione giuridica. “La Convenzione – spiega – nasce dall’esigenza concreta di reagire a fenomeni purtroppo crescenti in molti contesti: intimidazioni sistematiche, delegittimazioni e interferenze contro chi esercita la professione forense, soprattutto in ambito penale e nella difesa dei diritti umani”.
Un lavoro, quello della delegazione italiana, che testimonia l’impegno costante del nostro Paese nella promozione della libertà e dell’indipendenza dell’avvocatura. “Si tratta di un passo storico – sottolinea Germanà Tascona – che riconosce il ruolo fondamentale dell’avvocato come garante dei diritti. La Convenzione afferma princìpi essenziali per tutta la cittadinanza, non solo per gli operatori del diritto”.
Oltre all’Italia, il trattato è stato firmato da 16 Paesi membri del Consiglio d’Europa. Gli Stati si impegnano a garantire condizioni di sicurezza, autonomia e rispetto del segreto professionale nell’esercizio della funzione difensiva.