Amministrativo

Emergenza Covid, Patroni Griffi scrive al Governo: ripristinare udienze da remoto per Tar e CdS

L'Organo di governo autonomo della giustizia amministrativa (CPGA) auspica udienze a distanza fino al 31 dicembre

Dopo la lettera delle Associazioni che raggruppano i Consiglieri di Stato e dei Tar e le richieste degli Avvocati amministrativisti dei giorni scorsi, a chiedere il ripristino delle udienze da remoto, con una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, è il Presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi.

La missiva arriva all'esito della seduta odierna del Plenum dell'Organo di governo autonomo della magistratura amministrativa (CPGA) e si propone di informare il Primo ministro che "il Consiglio di presidenza ha convenuto, all'unanimità, sull'esigenza di un intervento normativo volto ad assicurare lo svolgimento delle udienze camerali e pubbliche della giustizia amministrativa".

Il Consiglio di presidenza, a larga maggioranza, ha espresso l'auspicio che "al fine di assicurare il regolare svolgimento delle udienze anche a fronte dell'aggravarsi dell'attuale situazione, si possa tornare al regime, eccezionale e temporaneo fino al 31.12.2020, delineato dall'articolo 4 del decreto legge n. 28/2020, che ha già dato prova di corretto funzionamento, secondo una soluzione peraltro condivisa dalle associazioni di categoria degli avvocati che si siano espresse al riguardo".

"Qualora invece il Governo non intenda seguire tale impostazione - si legge nel documento- il Consiglio di presidenza auspica che comunque qualsiasi diversa soluzione sia idonea a collegare il regime derogatorio di udienze, in tutto o in parte da remoto, a circostanze ben chiare, pur rappresentando l'esigenza, e insieme la difficoltà, di avere una disciplina unitaria del processo sul territorio nazionale".

Il Consiglio di presidenza ha ribadito con fermezza, anche che "la pubblicità delle udienze e il contraddittorio in presenza fisica costituiscono princìpi basilari del processo amministrativo, ai quali non è e non sarà possibile derogare in tempi ordinari".

Ma la consapevolezza della situazione di emergenza sanitaria in atto, porta il Consiglio di presidenza "a rimettere ogni valutazione sulla portata dell'intervento normativo alla decisione dell'Autorità istituzionale decisoria (Governo e Parlamento), trattandosi di una scelta politica che investe il quadro complessivo della situazione epidemiologica, il suo andamento in termini anche sanitari e il bilanciamento dei vari interessi in gioco".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©