Illeciti alimentari, fermato il colpo di spugna
Cancellata con decreto legge la depenalizzazione che sarebbe partita il 26 marzo
Alla fine è servito un decreto legge su misura per evitare il patatrac. Il Consiglio dei ministri di venerdì sera ha dato il via libera a uno scarno, 3 articoli, intervenuto d’urgenza per mettere una toppa alla depenalizzazione degli illeciti alimentari la cui entrata in vigore è fissata tra pochi giorni, il prossimo 26 marzo. Per effetto di un recentissimo decreto legislativo, il n. 27 del 2021, avente per oggetto il recepimento di un Regolamento comunitario, a uscire dall’area della rilevanza penale, restando punibili solo sul piano amministrativo, sarebbero trasgressioni significative in materia di conservazione degli alimenti, di somministrazione degli stessi, di aduletrazione attraverso additivi chimici.
L’effetto
Questo sarebbe l’effetto sul piano pratico della cancellazione su quello giuridico della legge n. 283 del 1962 che, quindi, da quasi sessant’anni disciplina la materia. Il tutto in spregio alla necessità di tutela, tanto più in un momento cosi particolare, del diritto alla salute del cittadino consumatore.
La Cassazione
La stessa Corte di cassazione ha nelle ultime ore fotografato in termini di forte perplessità la situazione che si sarebbe venuta a creare chiarendo che l’effetto immediato dell’applicazione delle disposizioni del decreto legislativo sarebbe di abolitio criminis, sulla base di quanto previsto dall’articolo 2 del Codice penale, che andrebbe escluso l’obbligo, sul piano metodologico, del giudice, in qualsiasi grado di giudizio, di trasmettere gli atti all’autorità amministrativa per le decisioni del caso, dopo avere sancito sul piano penale il proscioglimento per ius superveniens.
Non solo, dalla Cassazione viene puntualizzata tutta una serie di criticità che mina la stessa tenuta costituzionale del decreto. Soprattutto sul piano del rispetto della delega, cristallizzata nelle Legge comunitaria del 2019 a monte del decreto legislativo che ha recepito a valle il Regolamento Ue 2017/625. Per la cassazione, infatti, il Regolamento comunitario non imponeva affatto la necessità di abrogazione delle disposizioni di tutela penale della legge del 1962.
Intervento d’urgenza
Ora il Governo prende atto della situazione di fortissima riduzione delle forme di tutela che si potrebbe concretizzare di qui a pochi giorni e di fatto ripristina la situazione precedente al decreto legislativo. «Senza questo intervento, che evita l’abrogazione degli illeciti penali e amministrativi, si produrrebbe l’effetto di lasciare settori importanti per la salute dei consumatori del tutto privi di tutela. Effetto certamente non voluto, quanto meno perchè non previsto dalla legge delega in forza della quale il decreto legislativo è stato adottato e non accompagnato nel decreto da interventi di natura sanzionatoria idonei a incidere sui medesimi ambiti».