EditorialeGiustizia

L'inutile strumento del "taglia leggi" e la ipertrofia della regolazione

di Marcello Clarich Professore ordinario di diritto amministrativo presso La Sapienza Università di Roma

N. 22

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La legge 7 aprile 2025 n. 56 - che ha abrogato gli atti normativi emanati prima del 1946, in era pre-repubblicana - va salutata come una iniziativa apprezzabile, ma non risolutiva in assenza di una strategia complessiva contro il proliferare di norme nazionali, regionali, comunali e comunitarie e delle autorità indipendenti. Per il professor Marcello Clarich - in assenza di una iniziativa coordinata e strutturata - si rischia di lasciare gli operatori del diritto, le imprese e i cittadini nell'incertezza e di addossare al sistema economico costi altissimi per la mancata crescita.

È buona prassi svuotare di tanto in tanto cantine e ripostigli da tante cose inutili accumulate nel tempo. Anche il legislatore italiano periodicamente rottama leggi che hanno ormai esaurito i propri effetti o sono divenute obsolete. L'ultima legge "taglia leggi" è ora costituita dalla legge 7 aprile 2025, n. 56 che ha abrogato più di trentamila atti normativi (ma anche non normativi) pubblicati sulla "Gazzetta Ufficiale" ed emanati prima del 1946, in era pre-repubblicana (si veda la Guida al Diritto...