Le nomine di curatori e liquidatori delle imprese in crisi ancora con le vecchie regole
Non è ancora operativo il nuovo Albo unico nazionale e i giudici nominano gli esperti presenti in ogni tribunale
Il Codice della crisi è in vigore dal 15 luglio ma le nomine di curatori, commissari giudiziali e liquidatori continuano a seguire le vecchie regole. L’albo unico nazionale dei soggetti incaricati «dall’autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e controllo» nelle procedure concorsuali, introdotto dal Codice non è infatti ancora operativo (e non lo sarà a breve) e quindi i giudici stanno continuando ad utilizzare le procedure di nomina esistenti e basate sugli elenchi presenti in ogni tribunale.
Le norme del Codice della crisi sull’albo unico (insieme a poche altre) erano state fra le prime a diventare operative a marzo 2019 proprio per fare in modo che il nuovo elenco fosse popolato e utilizzabile al momento dell’entrata in vigore del resto della riforma (fissata in data successiva e poi più volte rinviata).
Il decreto di attuazione con cui il ministero della Giustizia deve regolare le modalità di iscrizione, cancellazione e tenuta dell’ albo è però stato varato a poche settimane dall’entrata in vigore del Codice (Dm 75/2022 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n.143 del 21 giugno 2022) con due anni di ritardo rispetto ai tempi indicati dal Codice .
L’effettivo popolamento non è ancora partito: mancano ancora diversi passaggi indicati dal decreto, che deve anche essere rivisto poiché continua a far riferimento agli Ocri (Organismi di composizione della crisi) che le modifiche al Codice hanno cancellato.
Ci vorrà quindi tempo. Nel frattempo però le nomine di curatori, liquidatori e commissari devono andare avanti e i tribunali stanno quindi proseguendo con il sistema esistente. «Non è prevista una norma transitoria e quindi fino a quando il nuovo albo non sarà operativo non possiamo che continuare a utilizzare il sistema esistente. A Roma abbiamo un elenco di 300 professionisti che vengono nominati in base a principi di rotazione automatici», dice Antonino La Malfa, presidente della sezione fallimentare del Tribunale della Capitale. «Andiamo avanti come prima - aggiunge Mariano Sciacca, presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Catania - Il nuovo albo è uno stumento vincolante ma, finché non c’è, continuare a seguire le vecchie regole è inevitabile».
Obiettivo dell’albo unico è favorire la rotazione degli incarichi ed ampliare la platea dei professionisti. Oltre a commercialisti ed avvocati, al nuovo albo potranno accedere infatti anche i consulenti del lavoro e i dirigenti d’impresa, così come già succede per l’elenco degli esperti nella composizione negoziata. Soggetti che, finché l’albo non sarà operativo saranno esclusi da queste attività.
Revocatoria ordinaria dell’atto di scissione, competente il tribunale delle imprese
di Carola Pagliuca e Davide di Marcantonio (*)