Giustizia

Processo penale telematico, Anm: “Fallimento annunciato”

“Si pretende di mandare in esercizio i moduli più complessi senza che l’applicativo sia stato efficacemente testato”

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Per l’Associazione nazionale magistrati siamo davanti a un “fallimento annunciato”. La denuncia della Giunta esecutiva centrale è del 4 gennaio. «Con il decreto 27 dicembre 2024 n. 206 - si legge nel testo - il Ministero dà il via al generalizzato deposito con modalità esclusivamente telematica di atti e documenti a partire dal primo gennaio 2025 per la maggior parte dei procedimenti della procura della Repubblica presso il tribunale ordinario, della procura europea e del tribunale ordinario».

«In relazione a tali uffici – prosegue il documento -, snodi fondamentali della giurisdizione e dunque della tutela del cittadino, si sono prorogati (in alcuni casi di soli tre mesi) i termini di transizione al nuovo regime digitale, peraltro limitatamente a pochi procedimenti e senza tenere nel debito conto il rischio per l’efficienza della giurisdizione che potrà provocare la massiva, improvvisata e immediata digitalizzazione del processo penale. Si pretende di mandare in esercizio i moduli più complessi ed estesi di un applicativo informatico (app) senza che lo stesso sia stato efficacemente testato presso gli uffici, e tanto pur sinora essendosi registrati di continuo numerosissimi malfunzionamenti».

E «malgrado le numerose criticità rilevate da pressoché tutti gli uffici chiamati alla sperimentazione del sistema - continua la nota - si è anche proceduto non prendendo in adeguata considerazione la scarsità di risorse e di infrastrutture tecnologiche che consentano ai Tribunali di celebrare efficacemente i processi per il tramite delle tecnologie digitali. Si agisce come se gli uffici fossero stati, tutti e da tempo, dotati di postazioni pc con accesso ad app, nelle aule d’udienza e nelle camere di consiglio. Si opera come se il personale amministrativo e giudiziario fosse stato dotato di una idonea struttura di assistenza per la immediata gestione delle criticità. E tali rilievi sono del resto soltanto alcuni di quelli recentemente formulati dal Csm nelle sue considerazioni, di cui il Ministero ha tenuto conto in minima parte. Nulla di nuovo sotto il sole».

Quindi «per il tanto atteso Processo Penale Telematico si deve allora constatare una grave carenza di risorse e di strategie organizzative, con le inevitabili conseguenze sull’efficienza del servizio giustizia. Eppure i segnali di allarme erano stati lanciati da tempo, dalla magistratura associata e dal CSM, che per tempo si erano posti nella prospettiva di evidenziare lacune e criticità, e ciò proprio al fine di realizzare la massima efficienza possibile con una compiuta digitalizzazione del processo penale. Ma tali segnalazioni, tese alla leale collaborazione in vista di un obiettivo da tutti condiviso, sono rimaste inascoltate. Tutto si potrà dire meno che non si tratti di un fallimento annunciato», ha spiegato la giunta Anm.

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