Prorogati congedi e assegno nascita in attesa di quello unico
Sono gli interventi direttamente mirati al sostegno delle famiglie contenuti nella legge di Bilancio 2021
Risorse per l’assegno unico e per il potenziamento degli asili nido, proroga dell’assegno di natalità e del congedo di paternità di sette giorni. Sono questi gli interventi più direttamente mirati al sostegno delle famiglie contenuti nella legge di Bilancio 2021 che sarà approvata entro la fine dell’anno e prima di allora potrà subire modifiche.
L’assegno, a cui vengono destinati poco più di 3 miliardi di euro, dovrebbe spettare per tutti i minori a carico (già a partire dal settimo mese di gravidanza) e per i maggiorenni sempre a carico fino al 21esimo anno di età, ma con importo ridotto, e solo se studenti, lavoratori o in cerca di impiego (il limite di reddito per essere considerati a carico è di 4.000 euro all'anno).
Riordino in vista
Le caratteristiche di questo nuovo strumento, però, non sono delineate dalla legge di Bilancio, ma sono contenute in una legge delega specifica che, dopo aver ricevuto il via libera della Camera, è ora all’esame del Senato. A cui poi dovranno seguire i decreti attuativi. Per questo motivo non partirà all’inizio dell'anno ma probabilmente nel secondo semestre. L’assegno unico dovrebbe portare alla sostituzione o alla modifica di altre misure oggi esistenti a sostegno delle famiglie: l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori, l’assegno di natalità (che però viene prorogato per un anno proprio dalla legge di Bilancio); il premio alla nascita da 800 euro; l’assegno per il nucleo familiare; le detrazioni fiscali per i minori.
Vantaggi e svantaggi
L’importo sarà collegato all’Isee familiare e potrebbe oscillare tra i 50 e i 250 euro al mese, riferito a una platea di circa 12,5 milioni di ragazzi. Il nuovo strumento consentirà di ampliare il raggio di azione degli aiuti alle famiglie dato che attualmente, ad esempio, gli assegni per il nucleo familiare non vanno alle famiglie con reddito prevalentemente autonomo.
Secondo quanto evidenziato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, l’assegno unico dovrebbe determinare benefici principalmente, oltre che per i lavoratori autonomi, per gli incapienti e l’importo medio netto sarebbe di circa 1.000 euro a famiglia. Tuttavia alcune di loro potrebbero perderci rispetto al sistema attuale, in particolare quelle con figli maggiorenni, o anche per effetto dei diversi sistemi alla base della determinazione dell’importo dell’aiuto: il nuovo assegno unico, infatti, si baserà sull’Isee, che tiene conto anche del patrimonio immobiliare e mobiliare, le detrazioni fanno riferimento al reddito individuale, mentre gli assegni familiari a quello della coppia.
Assegno di natalità e congedi
Altro intervento è la proroga per il 2021 dell’assegno di natalità, che sarà riconosciuto per ogni figlio nato o adottato l’anno prossimo. Le regole restano uguali a quelle in vigore nel 2020 e quindi 160 euro al mese a fronte di un Isee non superiore a 7.000 euro; 120 euro/mese con Isee oltre 7.000 euro e fino a 40.000 euro; 80 euro/mese per Isee superiore. Inoltre l'importo viene aumentato del 20% per i figli successivi al primo. Per questo aiuto vengono stanziati 740 milioni di euro a fronte di una stima di 430mila nati o adottati, di cui 135mila con Isee non superiore a 7.000 euro e ipotizzando che complessivamente i figli oltre il primo saranno circa 215mila.
Sempre sul fronte delle nuove nascite, sarà fruibile anche l’anno prossimo il congedo indennizzato di sette giorni per i padri. Si tratta di un intervento che vale 106,1 milioni di euro.
Più asili nido
Un aiuto indiretto per le famiglie, invece, è quello previsto dall’articolo 147 della legge di Bilancio, i cui effetti però non saranno immediati. Si tratta dell’incremento della dotazione del Fondo di solidarietà comunale che viene disposto anche per aumentare la disponibilità di posti negli asili nido nelle regioni a statuto ordinario e in Sicilia e Sardegna. Sono stanziati 100 milioni di euro aggiuntivi a partire dal 2022, che poi aumentano di 50 milioni ogni anno fino ad arrivare a una dotazione di 300 milioni di euro a partire dal 2026. A questo riguardo, sempre l’Ufficio parlamentare di bilancio ricorda che nel 2018 i posti disponibili negli asili nido erano quasi il 20% dei nati al Centro e al Nord Italia e solo poco più del 5% al Sud.
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