Professione e Mercato

Robot e algoritmi non spaventano i legali

immagine non disponibile

di Valeria Uva

Nessuna paura delle nuove tecnologie, un atteggiamento meno “sospettoso” verso le società tra avvocati e l’urgenza di risolvere il nodo della monocommittenza. Sono questi gli aspetti tecnici della vita professionale degli avvocati emersi dal IV rapporto Censis sull’avvocatura italiana, promosso da Cassa forense e reso noto la scorsa settimana.

Il dossier fotografa una categoria in tenuta, sul piano dei redditi medi (+0,5% nel 2018 rispetto al 2017), una modesta crescita che si sta affermando dal 2015. Ma anche meno attrattiva: gli iscritti all’Albo restano sostanzialmente stabili (+0,3%), mentre prosegue la fuga dalle facoltà di Giurisprudenza (11mila iscritti in meno in otto anni).

Ma gli avvocati si stanno anche interrogando sui cambiamenti profondi che riguardano la propria professione. Ad esempio guardando alle nuove tecnologie, non emerge in modo prevalente la paura di una società «senza avvocati» sostituiti dall’intelligenza artificiale. Anzi, per oltre il 62% degli 8mila intervistati dal Censis, robot e algoritmi possono supportare il legale senza riuscire a sostituirlo. Guardando alle forme organizzative nuove, come le società tra avvocati, diminuisce di due punti percentuali rispetto allo scorso anno il timore che il socio di capitale possa condizionare l’attività dei professionisti (ipotesi comunque temuta ancora dal 34% degli intervistati), anche se in parallelo scende anche la quota di chi è convinto che l’iniezione di capitali possa servire ad aumentare le opportunità.

Più di un avvocato su due, poi, avverte l’urgenza di regolamentare il nodo della monocommittenza, ovvero dei collaboratori di studio con rapporto di fatto esclusivo e condizioni di lavoro simili a quelle dei rapporti subordinati. Ma a condizione che non si snaturi del tutto la natura di libero professionista e non si ricada in un rapporto di lavoro dipendente.

Il Rapporto ha anche “testato” la diffusione del sistema di welfare di Cassa forense. Solo la metà degli iscritti conosce i bandi offerti. «Eppure gli oltre 60 milioni stanziati anche quest’anno sono andati tutti esauriti e ne servirebbero di più» ha commentato il presidente, Nunzio Luciano.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©