Civile

Sicurezza in bar e locali, in “Gazzetta” il decreto Piantedosi per l’“Avventore modello”

Un responsabile per la sicurezza; sistemi di videosorveglianza; illuminazione dell’area e regole di comportamento nel locale e nelle immediate vicinanze. Sono alcune delle direttive contenute nelle “Linee guida” del Ministero pubblicate sulla G.U. n. 20 del 25 gennaio

Bar, locali, discoteche dovranno individuare un “responsabile della sicurezza” che sarà un punto di contatto con le forze di polizia; installare, a carico loro, sistemi di videosorveglianza; garantire un’adeguata illuminazione dell’area; definire le regole di comportamento da osservarsi nel locale e nelle immediate vicinanze, mediante l’adozione del “Codice di condotta” dell’avventore da affiggere nel locale che dovrà contenere una serie di misure tese a qualificare “l’avventore modello”. Lo prevedono le “Linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”, contenute in un decreto del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, datato 21 gennaio, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 20 del 25 gennaio.

Non si fa attendere la risposta degli esercenti. Nonostante la precisazione arrivata dal Viminale sulla volontarietà delle azioni che i gestori dovrebbero mettere in campo, le associazioni di categoria storcono il naso e chiedono al ministro di aprire un tavolo di confronto. La posizione più dura è quella di Fiepet Confesercenti che giudica il provvedimento “inaccettabile”. Il decreto “ricalca la visione del Tulps” del 1931. Quello che addirittura “sconcerta”, secondo la Federazione, è “il mancato coinvolgimento delle associazioni e il tentativo di scaricare responsabilità, che spettano alle forze dell’ordine, sui gestori di bar, discoteche e simili. Per il presidente Giancarlo Banchieri, che chiede un incontro a Piantedosi per chiarire. ”Queste linee guida - spiega - rischiano di costituire ulteriori oneri per gli esercenti”. Meno drastica, è la Fipe Confcommercio che apprezza il distinguo arrivato ieri sera dal ministero degli Interni sulla volontarietà delle linee guida. Il vicepresidente vicario, Aldo Mario Cursano, si dice certo che “lavorando insieme con il Ministero e con le forze dell’ordine si potrà sempre di più favorire una corretta attività di prevenzione”.

Il decreto regola anche “l’avventore modello”: non porta armi o droga nel locale; neanche spray al peperoncino; si impegna ad evitare comportamenti molesti ed a non abbandonare bottiglie di vetro in giro. Il Viminale vuole avviare “un sistema di cooperazione operosa” con le associazioni di categoria che stipuleranno accordi a livello provinciale con i prefetti, cui possono aderire i singoli esercenti. L’obiettivo è “innalzare il livello di prevenzione dell’illegalità e delle situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze” dei locali, valorizzando “i comportamenti degli esercenti che intendono concorrere al mantenimento della legalità”. Così, chi adotta il Codice di condotta e le altre azioni previste dal decreto, può evitare l’automatismo della chiusura e della sospensione della licenza in caso di disordini.

Il Codice dovrà essere affisso “in modo ben visibile all’interno del locale” e pubblicizzato “anche sui siti web degli stessi esercizi”. Per fregiarsi del titolo di “avventore modello” la persona dovrà impegnarsi “a non introdurre armi improprie”; non dovrà utilizzare spray urticanti; nè introdurre sostanze stupefacenti o bevande alcoliche che non siano state somministrate dallo stesso locale; non dovrà danneggiare i dispositivi antincendi e gli arredi; avrà l’obbligo di non impedire o rendere difficoltosa la fruibilità delle uscite di sicurezza; non dovrà abbandonare nelle aree di pertinenza del locale e in quelle circostanti “residui, anche in vetro, delle consumazioni, e altri rifiuti in genere”; eviterà comportamenti molesti o che possano disturbare la quiete pubblica.

Gli esercenti sono invitati dunque a valorizzare misure di prevenzione che “scoraggiano il compimento di azioni illegali” e mettono a disposizione delle forze di polizia “strumenti volti ad agevolare l’attività di identificazione e di rintraccio dei responsabili”.

Dovranno così installare, a loro carico, sistemi di videosorveglianza che potranno anche essere affidati ad istituti di vigilanza privata, “assicurando la possibilità di riprendere le vie di accesso e le uscite di sicurezza del locale”; garantire “un’adeguata illuminazione delle aree in cui l’attività economica viene esercitata”; assicurare l’identificazione dei minori (e ’timbrarli’ come avviene in molte discoteche); segnalare “ogni circostanza che possa determinare turbative o riflessi negativi per l’ordine e la sicurezza pubblica”; individuare un “referente della sicurezza per il locale” che fungerà da punto di contatto privilegiato con le forze di polizia.

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