Amministrativo

Sistema Turistico di Destinazione e Manager di Destinazione, l’approccio olistico e integrato del modello “Culturitalia”

Il modello delineato dalla Legge 206/2023 consente alle amministrazioni locali di passare da una gestione passiva e frammentaria della tassa di soggiorno a una visione proattiva e strategica, in linea con un approccio multilaterale e sostenibile

Italy flag in the form of a travel suitcase on a white background - illustration

di Angelo Ruggiero*

Nel panorama delle politiche turistiche italiane, l’introduzione del Sistema Turistico di Destinazione (STD) e del Manager di Destinazione (MD), delineata dall’art. 31 della Legge 206/2023, segna un’evoluzione paradigmatica della gestione turistica in chiave integrata e sostenibile. Questi due pilastri del modello “Culturitalia”, discusso in audizione da Claudio Pisapia di Federcomtur, rappresentano una risposta alle sfide poste dai modelli tradizionali di Destination Management Organizations (DMO) e la figura inesistente dal punto di vista normativo del Destination Manager, che spesso hanno evidenziato limiti nella gestione complessiva e nella valorizzazione integrata del territorio.

L’abrogazione del Testo Unico del Turismo nel 2015 ha creato un vuoto normativo significativo, privando il settore di una struttura regolatoria unitaria e generando incertezza tra gli operatori del turismo. In assenza di tale riferimento normativo, molte decisioni strategiche e operative sono state demandate a livello regionale, determinando un’applicazione frammentaria e disomogenea delle politiche turistiche nel Paese.

Questa situazione ha sollevato numerose critiche da parte degli esperti del settore, che hanno sottolineato come la mancanza di un quadro normativo condiviso abbia ostacolato lo sviluppo di strategie integrate per la gestione e la promozione delle destinazioni turistiche italiane.

Sondando le principali criticità dei modelli tradizionali, emergono i seguenti aspetti problematici:

  • 1. Le DMO, nel loro operato, hanno spesso privilegiato attività di marketing finalizzate ad attrarre visitatori, concentrandosi in particolare sulla promozione turistica. Tuttavia, tale orientamento ha talvolta riservato minore attenzione ad aspetti come la sostenibilità, l’inclusione della comunità locale, l’equilibrio dell’offerta turistica e una pianificazione mirata alla gestione dei posti letto in relazione ai flussi turistici. Un approccio maggiormente integrato potrebbe risultare più efficace nel rispondere alle sfide attuali, quali la gestione del sovraffollamento e la tutela del patrimonio naturale e culturale.
  • 2. Un’eccessiva enfasi sull’aumento dei flussi turistici e del fatturato, accompagnata talvolta da incrementi significativi dei prezzi in alcune località strategiche, ha evidenziato la necessità di adottare un approccio maggiormente bilanciato e sostenibile. Questo modello di crescita, se non gestito con attenzione, può comportare pressioni sul territorio con ricadute di tipo ambientale, sociale ed economico. Inoltre, in alcuni casi, l’operatività delle DMO si è sviluppata in modo verticale e non sempre in piena sintonia con gli stakeholder locali (comunità, imprese e associazioni). Ciò ha reso più complessa l’elaborazione di strategie condivise e integrate, evidenziando l’importanza di un maggiore coordinamento tra le DMO e gli enti pubblici per garantire una pianificazione strategica partecipativa e inclusiva.
  • 3. L’autonomia operativa delle DMO è stata influenzata da diversi fattori, tra cui una limitata autosufficienza economica e una gestione non sempre ottimale delle risorse pubbliche stanziate a livello regionale. In alcune situazioni, come evidenziato nel caso del Lazio, le entrate derivanti dalle tasse di soggiorno, che potrebbero risultare più utili agli enti pubblici per sostenere una pianificazione strategica, sono state meno incisive rispetto alle aspettative. Tale quadro ha contribuito ad accentuare l’incertezza operativa, specialmente in un contesto caratterizzato dalla volatilità dei bilanci pubblici.

Il modello “Culturitalia, sancito dalla Legge 206/2023, rappresenta un punto di svolta, proponendo un approccio olistico e sistemico basato sui seguenti principi:

  • 1. Il Sistema Turistico di Destinazione, concepito come base per un’evoluzione del concetto di DMO, trova applicazione in una visione strategica più ampia che privilegia la cooperazione multilaterale e la governance partecipativa. Pur essendo uno strumento che ha dato risultati positivi in alcune realtà, come il Trentino-Alto Adige e alcune aree della Toscana, il modello viene qui ridefinito per integrarsi meglio come parte operativa del sistema complessivo.
  • 2. Giuridicamente normata dall’art. 31 della Legge 206/2023, la figura del Manager di Destinazione assume un ruolo centrale nella gestione e valorizzazione del territorio, integrando competenze professionali e strategiche per una pianificazione sostenibile. È l’amministratore delegato del sistema turistico di destinazione ed è colui che, si occupa nell’ambito della valorizzazione del territorio in parti, di vendere la destinazione sistemica costruita.
  • 3. Il modello promuove il concetto di capitale reputazione mutuato dalla presenza dei viciniori Siti Unesco, la reputazione delle destinazioni emergenti e delle aree interne, diversificando l’offerta turistica e riducendo il rischio di sovraffollamento nelle mete tradizionali.
  • 4. Viene proposta una gestione intermodale e multidimensionale del turismo, articolata in diversi sistemi territoriali, quali borghi, aree interne, termali e religiose; filiere enogastronomiche, esperienziali ed emozionali; logistica, divertimento, cultura e promozione sociale.

L’introduzione del Sistema Turistico di Destinazione (STD) e del Manager di Destinazione (MD) rappresenta un paradigma innovativo nella gestione del turismo in Italia. Questo approccio integrato e sostenibile potrebbe includere come spin-off il concetto di DMO, superandone i limiti di cui sopra e recuperandone la visione originaria che le ha introdotte nel 2001 nel Sistema Italia, proponendo strumenti concreti per la preservazione del patrimonio naturale e culturale, la gestione degli impatti sociali ed economici e la valorizzazione delle comunità locali.

La Legge 206/2023 si configura come un quadro normativo unico, capace di delineare una governance turistica resiliente e lungimirante. La sua implementazione potrà trasformare l’Italia in un modello di eccellenza internazionale nell’accoglienza turistica, una vera e propria rivoluzione, garantendo uno sviluppo turistico equo, sostenibile e competitivo dove il modello Culturitalia, accompagnerà la determinazione della nuova frontiera che troverà, la sua funzione prospettica, in “Destinazione Italia”.

In definitiva, l’introduzione del Sistema Turistico di Destinazione (STD) e della figura del Manager di Destinazione (MD), disciplinata dall’art. 31 della Legge 206/2023, rappresenta un’evoluzione significativa nel quadro della governance turistica italiana. Tra i molteplici vantaggi derivanti da questo modello integrato, uno degli aspetti di maggiore rilevanza economica riguarda l’opportunità per le località turistiche minori di incrementare le proprie entrate attraverso una più efficace gestione della tassa di soggiorno.

La redistribuzione strategica dei flussi turistici, promossa dalla valorizzazione delle destinazioni emergenti e meno note, permette di ridurre la pressione sulle mete tradizionali e di canalizzare i visitatori verso aree territoriali finora trascurate. Questo processo comporta un aumento delle presenze turistiche nelle località minori, che, attraverso la tassa di soggiorno, possono ottenere nuove e significative risorse finanziarie. Queste entrate aggiuntive, se opportunamente reinvestite, possono essere destinate a:

• Creazione o ammodernamento di strutture ricettive, trasporti, e servizi accessori, favorendo un incremento della capacità competitiva delle località.

• Conservazione e promozione di risorse storiche, artistiche e paesaggistiche uniche, spesso sottovalutate nei circuiti turistici tradizionali.

• Implementazione di strategie turistiche eco-compatibili volte a preservare le peculiarità ambientali delle aree interessate, migliorandone la reputazione internazionale.

• Coinvolgimento delle popolazioni locali nei processi decisionali e produttivi, garantendo un beneficio economico diffuso e una maggiore accettazione sociale dello sviluppo turistico.

In tale prospettiva, il modello delineato dalla Legge 206/2023 consente alle amministrazioni locali di passare da una gestione passiva e frammentaria della tassa di soggiorno a una visione proattiva e strategica, in linea con un approccio multilaterale e sostenibile. Le località minori, tradizionalmente penalizzate dalla concentrazione dei flussi turistici su poche destinazioni principali, possono ora ambire a un ruolo più centrale nello scenario turistico nazionale, rafforzando la loro autonomia economica e favorendo una distribuzione equilibrata dei vantaggi economici.

In conclusione, il sistema Culturitalia, supportato dall’art. 31 della Legge 206/2023, offre un modello operativo capace di trasformare la tassa di soggiorno da semplice tributo locale a strumento strategico di pianificazione e sviluppo. Tale approccio non solo promuove la sostenibilità e la competitività delle destinazioni minori, ma rappresenta anche un passo cruciale per garantire un turismo più inclusivo, equo e resiliente.

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*Angelo Ruggiero, commercialista e revisore legale, esperto scientifico di diritto ed economia dei tributi, esperto del MUR, docente alla SSM

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