Tar Lazio, Politi: nel 2024 giacenze ridotte del 25%, risultato senza precedenti
La AI può essere un valido ausilio, “sovradimensionate” le preoccupazioni espresse “da più parti espresse in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione”
“Il saldo dell’attività giurisdizionale del Tribunale, nel 2024, è consistito in una complessiva riduzione delle giacenze pari al -25,22%. Infatti, al 31 dicembre 2023, risultavano in attesa di definizione n. 38.400 ricorsi, mentre, alla stessa data dello scorso anno, le controversie ancora pendenti si sono ragguagliate a 28.717. Un risultato che non annovera precedenti nell’ultimo decennio”. Lo ha detto il Presidente Roberto Politi leggendo la Relazione sulla attività del 2024 in occasione della Cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2025 del Tar Lazio. Previsti gli interventi del Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, dell’Avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli, del Componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, Giovanni Doria, e del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta.
Politi ha poi sottolineato che: “per la prima volta, il Tar del Lazio giunge all’apertura dell’Anno giudiziario con una struttura articolata in venti Sezioni, all’interno della quale sono presenti 90 magistrati, 5 dirigenti e 176 unità di personale amministrativo”. Ed ha auspicato che possa pervenirsi “alla, quantunque graduale, introduzione di interventi di carattere organizzativo che, riconosciuta la peculiarità del Tar del Lazio rispetto agli altri Uffici giudiziari di primo grado della Giustizia amministrativa, ad esso consentano di accrescere il livello, peraltro già molto alto, di adeguatezza qualitativa e temporale nello svolgimento delle attività alle quali è istituzionalmente preposto”. Nel 2024, ha aggiunto il Presidente “l’incidenza sul totale nazionale dei ricorsi depositati presso questo Tribunale è stata pari al 26,8%, (a fronte del 33,5%, registrato nel 2023)”.
Politi ha poi sottolineato come, nel corso del 2024, siano stati fissati in udienza di smaltimento: 3.836 ricorsi, depositati fino al 31 dicembre 2019; 5.743, ricorsi depositati al 31 dicembre 2022; e, al 31 dicembre 2024, già pubblicate n. 5.105 sentenze”. Ha poi tracciato i contorni del nuovo Programma di smaltimento 2025. “Per dare un’idea - ha detto- della complessità e dell’articolazione, evidenzio che: sono state previste in calendario 35 udienze; sono stati formati, a fronte dell’altissimo numero di Colleghi che ad esse hanno chiesto di prendere parte, 137 Collegi giudicanti; al momento, sono stati fissati oltre 3.000 ricorsi alle udienze previste fino al mese di maggio”. L’altro numero di adesioni dei colleghi, ha concluso sul punto, “consentirà di pervenire ad un assai significativo abbattimento dell’arretrato, stimabile in circa il 60% dei ricorsi pendenti alla data del 31 dicembre 2022”.
Desta invece preoccupazione il complesso di controversie proposte in materia di pay-back sanitario, il cui ragguaglio numerico si avvicina alle 2.000 unità (1.991), pari al 6,93% dell’intero contenzioso giacente e per il quali si devono trovare delle soluzioni urgenti. “Attesa la rilevanza macrofinanziaria, socio-economica ed occupazionale delle posizioni giuridiche coinvolte – ha spiegato Politi -, è auspicio che la loro definizione possa essere compiutamente affrontata nel corso del corrente anno”.
Discorso a parte, ha proseguito, meritano i ricorsi proposti avverso il silenzio a fronte delle richieste di riconoscimento dei titoli abilitativi all’insegnamento su posti di sostegno conseguiti in altri Paesi dell’Unione europea; i quali, complessivamente pari ad oltre 6.000 (nel quadro di un arretrato formatosi dal 2022), ora sono più di 1.000, con l’auspicio di loro azzeramento nel presente anno, a fronte della primaria rilevanza sociale e giuridica delle posizioni coinvolte.
Politi ha poi aperto un capitolo sulla AI. “Il Tar Lazio, ha detto, guarda con estrema attenzione alle prospettive che potranno configurarsi per effetto dell’introduzione di programmi di “intelligenza artificiale”. Pur condividendo “appieno le considerazioni del Presidente Luigi Maruotti sulla insostituibilità del “fattore umano” nel “farsi” dell’attività giurisdizionale. Tuttavia – ha aggiunto -, l’organizzazione e la gestione dell’attività giudiziaria, non può non indurre a una particolare riflessione verso scenari evolutivi che, lungi dal prospettare una “sostituzione” della persona umana nello jusdicere, piuttosto ne accompagnino l’attività attraverso una più completa, esaustiva e veloce adduzione cognitiva dell’insieme degli elementi suscettibili di assistere l’esercizio della funzione giurisdizionale”. In un altro passaggio Politi ha detto di ritenere “sovradimensionate” le preoccupazioni espresse “da più parti espresse in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutasi presso la Corte di cassazione quanto all’impiego dell’Intelligenza Artificiale”.