LA QUESTIONE
Il comportamento del coniuge può assumere una concomitante rilevanza, sia quale fonte di responsabilità aquiliana, sia ai fini dell’applicazione dell’addebito della separazione, sanzione tipica prevista dal diritto di famiglia? Quali sono i limiti oggettivi e soggettivi di questa duplice tutela? L’addebito della separazione è un presupposto necessario per la condanna al risarcimento del danno non patrimoniale? È possibile il cumulo di queste domande nel procedimento di separazione personale?
Violazione di doveri coniugali e addebito della separazione
In materia di separazione personale, la sola violazione dei doveri coniugali di cui all’art. 143 c.c. non è condizione sufficiente ai fini di una pronuncia di addebito, attesa la necessità di accertare in maniera rigorosa l’esistenza di una situazione di imputabilità a uno dei coniugi di comportamenti coscienti e volontari che rendano intollerabile la prosecuzione della convivenza coniugale, nonché il nesso di causalità tra detti comportamenti e l’insorgere della crisi coniugale (ex multis, Cass. ...
Argomenti
I punti chiave
- Violazione di doveri coniugali e addebito della separazione
- Violazione di diritti inviolabili del coniuge e tutela risarcitoria
- La tesi dell’addebito della separazione come titolo per il risarcimento del danno non patrimoniale
- Distinzione della domanda di addebito da quella risarcitoria
- L’azione di risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla violazione di diritti coniugali
- Considerazioni conclusive
Legge italiana sullo spazio, un modello se l'attuazione sarà efficace e concreta
di Giulio M. Salerno - Professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università di Macerata