Giustizia

Professionisti, rifinanziato il Fondo per l'esonero contributivo - Gualtieri: 1,5 miliardi in più

Allo studio anche una revisione del criterio dei codici Ateco da sostituire con i cali di fatturato, non chiara la platea

di Francesco Machina Grifeo

La settimana scorsa, il Presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano, aveva lanciato l'allarme sull'insufficienza delle risorse del "Fondo per l'esonero dei contributi previdenziali per autonomi e professionisti", previsto dalla legge di Bilancio, con una dotazione di 1.000 milioni di euro per il 2021.

Oggi in Commissione Bilancio della Camera, il Ministro dell'Economia Gualtieri, audito in merito alla nuova richiesta di scostamento di bilancio per 32mld, ha annunciato che il Fondo verrà rifinanziato per 1,5 mld. Il via libera al disavanzo aggiuntivo (1,8% del Pil) è necessario per poter approvare il decreto Ristori 5 dove dovrebbe essere contenuta la misura. Gualtieri ha anche annunciato che nelle intenzione del Governo questo sarebbe l'ultimo intervento extra bilancio.

Così, rispondendo alle domande di Bagnai e De Bertoldi, che aveva rilevato come nel dossier del provvedimento non vengono citati i professionisti, Gualtieri ha affermato: "Assolutamente sì, è ricompreso l'impegno preso col Parlamento e l'opposizione a completare con 1,5 miliardi l'intervento per la decontribuzione delle partite Iva con perdite di fatturato. È un impegno del Governo e intendiamo rispettarlo".

Sembra poi confermato anche il superamento del criterio dei codici Ateco, che non ha sempre dato risultati soddisfacenti lasciando fuori soggetti, non ricompresi negli elenchi, che hanno subito ugualmente perdite pesanti. Si passerebbe dunque ad una generale previsione di contributi a fondo perduto, e qui non è chiaro se i professionisti iscritti alle Casse saranno effettivamente inclusi, per le aziende e le partite Iva che hanno subito rilevanti cali di fatturato. Anche qui però è dubbio dove verrà posta l'asticella, che potrebbe salire dalla soglia del 33% sino al 50%.

"Se si esce dal perimetro dei settori – ha detto Gualtieri -, e sono favorevole ad uscire dagli Ateco, allora si devono individuare anche delle soglie adeguate, perché le risorse non sono infinite". "Segnalo - ha aggiunto - che le soglie in altri paesi sono molto alte, per esempio in Francia dal 50% al 75%".

Ed è allo studio anche una rivisitazione del periodo preso come riferimento. Gualtieri ha difeso la scelta del criterio di "aprile (2020) su aprile (2019)" perché ha permesso di essere "estremamente rapidi nelle erogazioni" ma, ha riconosciuto che "ci sono stati casi in cui il metro di comparazione ha prodotto delle ingiustizie, perché ci sono stagionalità, situazioni particolari, ecc.". "Per cui si potrebbe giungere ad una valutazione ex post che prenda in considerazione l'intero anno, computando anche cosa si è avuto e non avuto, questo ci permetterebbe di ripianare eventuali penalizzazioni, è esattamente una delle cose che vogliamo fare".

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