Società

La multiproprietà come nuovo modello di gestione sportiva

Novità importanti riguardo l'aspetto giuridico applicato al mondo del calcio

di Riccardo D'Angelo*


Si prevedono novità importanti per quanto riguarda l'aspetto giuridico applicato al mondo del calcio. Discussioni più o meno celate nei luoghi d'incontro adibiti al networking economico -sportivo incominciano a spingere alla ricerca di una soluzione che potrebbe scaturire in una vera e propria rivoluzione. Ormai da qualche anno è molto in voga tra le società sportive, soprattutto quelle di maggior caratura e predisposizioni economiche, l'acquisto di club militanti in categorie inferiori, da gestire come società satellite e dalle quali trarre i maggiori benefici possibili, siano essi societari o sportivi.

Questo modello societario è già ampliamente utilizzato e si conosce con il nome di multiproprietà; si pensi al City Group, proprietario del Manchester City F.C, del New York City F.C, del Girona FC ed altre sette squadre sparse per il mondo. Simile gestione quella della Red Bull, celebre marchio di bibite energizzanti che ha impostato un'enorme campagna promozionale e imprenditoriale nel settore sportivo, dalla Formula 1 al calcio. Un esempio domestico al quale poter fare invece riferimento è senza alcun dubbio quello della famiglia Pozzo, proprietari sia dell'Udinese che del Watford, squadra della prima divisione inglese, e fino al 2016 anche del club andaluso Granada C.F.

Anche il Presidente della Lazio, Claudio Lotito, vanta la gestione di altre squadre oltre al club bianco azzurro; in questo caso la Salernitana, attualmente in Serie B; tra tutti gli esempi stilati fino ad ora però, quest'ultimo è il più discusso e potrebbe essere il vero motivo delle proposte in corso. Se il club granata di Salerno, alla fine di questo campionato di Serie B 2020/21 riuscisse nell'obiettivo prestabilito, e cioè la promozione in Serie A, si presenterebbe una situazione peculiare nella quale sia la Lazio che la Salernitana, entrambe di proprietà del già citato imprenditore romano, si ritroverebbero a scontrarsi nella stessa competizione, con la conseguente e concreta possibilità di un conflitto d'interesse non indifferente.

Bisogna infatti sapere che ci potrebbero essere degli imprevisti legali non da poco, visto che una situazione come quella appena descritta è, almeno per il momento, proibita dalle norme sportive in materia, perché contraria ai principi di integrità del gioco e della competizione. Difatti, come segnala l'articolo 16 bis delle Norme Organizzative Interne Federali (NOIF), nel caso in cui dovesse permanere l'inosservanza dell'articolo in questione «le società oggetto di controllo non saranno ammesse al Campionato di competenza».

Le multiproprietà, in ambito prettamente sportivo, vengono contemplante da un contesto normativo alquanto scarno, sia a livello internazionale che nazionale. Per quanto riguarda il panorama italiano, non possiamo fare a meno di citare i commi 7, 8 e 9 dell'art. 7 dello Statuto Federale, in qualità di norma di rango primario, e il già citato articolo 16 bis delle NOIF. Ed è proprio quest'ultimo che si sta focalizzando l'interesse e che si sta provando a modificare, come vedremo in seguito.

Per quanto riguarda lo Statuto Federale, al comma 7 dell'articolo 7, si stabilisce che «non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto»; al comma 8, si specifica tra l'altro che «nessuna società̀ del settore professionistico può̀ avere amministratori o dirigenti in comune con altra società̀ dello stesso settore. Nessuna società̀ del settore professionistico può̀ avere collegamenti o accordi di collaborazione, non autorizzati dalla Lega competente e non comunicati alla FIGC, con altra società̀ partecipante allo stesso campionato». Il comma 9 del medesimo articolo prende in considerazione la medesima questione, che viene in questo caso però rapportata all'ambito dilettantistico: «non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società̀ appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale».

Seppur di poca rilevanza ai fini della valutazione in questione, dobbiamo anche fare riferimento al corrispettivo civile di questi precetti legali di carattere sportivo, l'articolo 2359 c.c., indicato come "società̀ controllate e società collegate".

Giungiamo ora al punto di svolta di questa vicenda, o a quello che in un futuro non troppo lontano potrebbe risultare tale. La città di Bari ha ospitato durante i primi giorni di ottobre il 3º Meeting Nazionale AICAS ("Commercialisti Azienda Sport"), nel quale è stato tema capitale – e titolo dell'incontro - la "Multiproprietà dei club di calcio". Sono stati dunque trattati argomenti relativi al suddetto articolo 16 bis delle NOIF, cosí come l'argomento riguardante i possibili conflitti d'interesse e i plausibili risvolti pratici della questione.
Tra le proposte che sembra verranno avanzate al più presto alla Federazione possiamo trovare la modificazione del precetto in questione, al fine di rivisitarlo e rafforzarlo. Si parla di concedere una proroga di 30 giorni (che andrebbero ad aggiungersi ai 30 già contemplati dalla Disposizione transitoria B del medesimo precetto) per permette ai club e le corrispettive società di evitare la sanzione prevista. Modifiche che andrebbero abbinate con un'operazione di riduzione delle difficoltà legate alle operazioni di cessione delle quote e azioni dei club oggetto di multiproprietà, con eventuale intervento della Figc nella ricerca di potenziali acquirenti.

Il Campionato di Serie B non è che iniziato, ma si sta già mettendo in pratica quel subbuglio diplomatico atto a cambiare quei presupposti che potrebbero permettere la promozione del club di Salerno in coesistenza con la Lazio, senza che Lotito debba lasciare uno dei due ruoli di vertice. Per il momento pare lecito dire che in futuro potremmo vedere più esempi di gestioni in multiproprietà nello stesso contesto nazionale, pur quando vengano gestiti nel rispetto delle regole relative all'integrità sportiva e sempre che non si metta in dubbio l'indipendenza tecnica e sportiva di più progetti sotto un'unica gestione, esercizio alquanto complesso.

* Riccardo D'Angelo Himnus Legal

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