Giustizia

Ddl civile, depositati in Senato i 24 emendamenti Cartabia

L'obiettivo è l'abbattimento del 40% del tempo di definizione dei processi civili, secondo l'impegno assunto dal Governo con l'Ue con il Pnrr

di Francesco Machina Grifeo

Sono stati depositati in Commissione Giustizia del Senato gli emendamenti governativi al disegno di legge delega sulla riforma del processo civile.

Terminata la bollinatura da parte della Ragioneria generale dello Stato, la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha infatti firmato i 24 emendamenti, che ora iniziano il loro iter parlamentare, nella prospettiva di un approdo nell'aula di Palazzo Madama a partire dal 20 luglio.

Si tratta del primo pilastro di un ampio progetto di riforma. L'obiettivo è l'abbattimento del 40% del tempo di definizione dei processi civili, secondo l'impegno assunto dal Governo con l'Ue con il Pnrr.

"E' una riforma ambiziosa, che investe ogni aspetto del processo civile e valorizza gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie", commenta la Guardasigilli, che ricorda come questa sia "la prima tappa di un percorso impegnativo, che tocca molti settori. Raggiunto questo traguardo, guardiamo con rinnovata fiducia al cammino anche delle prossime riforme. Il Governo – aggiunge la Ministra Cartabia – sta lavorando perché possano approdare al più presto in Parlamento.

Le principali novità
Tra le principali novità, la valorizzazione delle forme di giustizia alternativa; la semplificazione del procedimento civile (anche stabilizzando le innovazioni telematiche introdotte durante l'emergenza covid); il rafforzamento della tutela del credito nel processo esecutivo; una semplificazione per i giudizi in materia di lavoro; l'istituzione di un rito unitario in luogo della frammentazione dei procedimenti di famiglia, preservando le specificità della giustizia minorile. Lo spirito della riforma risiede nell'idea di un processo agile, all'insegna della collaborazione tra le parti, i difensori e il giudice.

Negoziazione - Si interviene sugli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie assegnando un ruolo rilevante alla gestione negoziale delle liti. In questo senso si prevede di riordinare e semplificare il regime degli incentivi fiscali, da destinare alle parti che decidano di scegliere la procedura di mediazione. Si potenzia per esempio il meccanismo dell'esenzione dall'imposta di registro, estendendone l'ambito applicativo. Si riconosce un credito di imposta nel imiti di 600 euro ai compensi dei mediatori e ai compensi degli avvocati che assistono nella procedura. Ma se ne prevede anche l'estensione al contributo unificato in caso di estinzione del giudizio. Nonché l'estensione del patrocinio a spese dello Stato anche alla mediazione.

Si prevede poi di estendere il ricorso alla mediazione obbligatoria in via preventiva in materia di contratti di associazione in partecipazione, di consorzio, di franchising, di opera, di rete, di somministrazione, di società di persone, subfornitura, fermo restando il ricorso alle procedure di risoluzione alternativa delle controversie previsto da leggi speciali.

Nell'ottica di incoraggiare la mediazione sono previsti incentivi all'effettiva partecipazione delle parti e delle pubbliche amministrazioni. Quest'ultime con esonero della responsabilità contabile. Potrà aderire a un procedimento di mediazione anche l 'amministratore di condominio, disponendo che l'accordo di conciliazione/proposta del mediatore inserito nel verbale sono sottoposti all'approvazione secondo la maggiorana prevista dall'articolo 1136, secondo comma c.c.

Previste anche una serie di misure in materia di formazione dei mediatori.Un altro emendamento prevede di estendere lo strumento della negoziazione assistita anche alle controversie individuali, vertenti in materia di lavoro disciplinate dall'articolo 409 c.p.c., - senza che ciò costituisca condizione di procedibilità - assicurando all'accordo il regime di stabilità protetta previsto dall'articolo 2113 c.c. e fermo restando quanto disposto dall'articolo 402-ter.

Via libera anche all'utilizzo nell'eventuale giudizio di merito delle prove già raccolte nel corso della procedura di negoziazione assistita, evitando di duplicare l'istruttoria.

Previsto che per le soluzioni consensuali di separazione personale, di cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio, di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio, gli accordi raggiunti a seguito di negoziazione assistita possano contenere anche patti di trasferimenti immobiliar i con effetti obbligatori.

Proposte anche una serie di modifiche al processo di cognizione di primo grado davanti al tribunale monocratico con la finalità di valorizzare gli adempimenti della prima udienza di comparizione delle parti per definire immediatamente sia I'ambito e la portata dei mezzi di prova che il thema decidendum. E sempre nell'ottica di deflazione il giudice potrà formulare una proposta conciliativa fino al momento in cui la causa viene rimessa in decisione (non più dunque col limite della fase istruttoria).

Giudici di pace - Si interviene in tema di processo di cognizione di primo grado davanti al giudice di pace, con l'obiettivo di valorizzare lo strumento del tentativo di conciliazione che rimane obbligatorio, e individuando il principio di estensione della competenza per materia dei procedimenti trattati dal giudice di pace in ambito civile. La previsione, che si ricollega alla più ampia riforma della magistratura onoraria anch'essa in discussione in sede parlamentare.

Impugnazioni – Si modifica la fase introduttiva per quanto concerne la riformulazione più puntuale e rigorosa del ricorso che deve contenere motivi specifici, chiari e sintetici e incidendo sui termini sia dell'impugnazione principale che di quella incidentale. Nonché sui motivi di improcedibilità e di manifesta infondatezza e sulle norme inerenti all'esecuzione provvisoria delle sentenze impugnate.
In particolare, si prevede, il ripristino della figura del consigliere istruttore, giudice deputato all'espletamento dell'intera fase prodromica alla decisione, ed al quale, pertanto, sono attribuiti i poteri di dichiarare la contumacia dell'appellato, di procedere alla riunione degli appelli, di procedere al tentativo di conciliazione, di ammettere i mezzi di prova, di procedere all'assunzione dei mezzi istruttori e di fissare udienza di discussione.

Corte di cassazione - La proposta emendativa prevede di razionalizzare i procedimenti innanzi alla Suprema Corte, riducendone i tempi di durata e modellando i riti sia camerali che in pubblica udienza con misure di semplificazione, snellimento ed accelerazione degli adempimenti. Razionalizzata poi la disciplina della udienza pubblica. Si prevede che la Corte vi ricorra nei casi di rilevanti questione di diritto. Si prevede inoltre, quanto all'udienza di discussione, che il relatore riferisca i fatti sinteticamente, che il presidente o il relatore indichino, ove occorra, le questioni rilevanti per la decisione, e che il presidente possa fissare, se lo ritiene necessario, limiti temporali per lo svolgimento della discussione. Una importante novità è rappresentata dalla previsione dell'esercizio da parte del giudice di merito del potere di rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione per la definizione di questioni di diritto e di particolare importanza.

Lavoro – La modifica è volta ad integrare i principi di delega con l'obiettivo di semplificare il vigente sistema processuale civile in tema di impugnazione dei provvedimenti di licenziamento, anche quando devono essere risolte questioni relative alla qualificazione del rapporto di lavoro, uniformando il sistema e stabilendo che a tutte le impugnazioni successive all'entrata in vigore del decreto legislativo attuativo della presente delega si applicherà la medesima disciplina, realizzando il superamento di difficoltà interpretative relativo all'applicazione del regime introdotto dalla legge Fornero, e stabilendo altresì il carattere prioritario della trattazione delle cause di licenziamento e dettando l'opportuna disciplina transitoria.

Esecuzione – Si interviene sui principi e i criteri direttivi della revisione del procedimento esecutivo di espropriazione presso terzi e di espropriazione immobiliare. Si prevede che, per valere come titolo per l'esecuzione forzata, le sentenze e gli altri provvedimenti dell'autorità giudiziaria e gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale debbano essere formati in copia attestata conforme all'originale, abrogando le disposizioni del codice di procedura civile e di altre leggi che si riferiscono alla formula esecutiva e alla spedizione in forma esecutiva.

Famiglia – Prevista la razionalizzazione dei procedimenti in materia di persone, famiglie e minorenni che pur insistendo su ambiti connessi e contigui sono contraddistinti da una diversificazione delle discipline e dal rischio di mancanza di coerenza nella differenziazione degli esiti procedurali. Al riguardo vengono dettati criteri e principi di delega idonei a garantire obiettivi quali: l'omogeneità di trattamento per situazioni analoghe, l'omologazione delle tutele processuali; la creazione di orientamenti uniformi; l'adeguata risposta ad istanze da sempre sollevate da tutti gli operatori del diritto.

Minori – Previste anche una serie di disposizioni di natura immediatamente precettiva dirette a sopperire ad alcune carenze normative dell'attuale sistema di tutela delle e delle famiglie, nonché in materia di esecuzione forzata. Ritenendo non procastinabili specifici interventi, per esempio: in favore dei minori da adottare da parte dell'autorità pubblica per collocare il minore che versi in condizione di pericolo in un luogo sicuro; in sede di nomina del curatore speciale del minore; di riparto di competenze tra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni; ecc..

Il viaggio nei distretti - La Ministra nell'incontro questa mattina con i Presidenti di tutte le Corti d'Appello d'Italia ha poi annunciato anche unviaggio attraverso gli uffici giudiziari"per condividere le novità dell'ufficio del processo e del Recovery plan, ma soprattutto per ascoltare esperienze, esigenze, criticità e progetti dei singoli distretti".

"Nessuna riforma, nessuna immissione di personale sarà sufficiente, senza una corresponsabilità collettiva", ha detto la Guardasigilli, che ha invitato tutti a contribuire "alla ricostituzione del legame di fiducia dei cittadini nella magistratura, che passa – ha aggiunto la Ministra - anche attraverso una giustizia più efficiente. L'immissione di 16.500 risorse nell'ufficio del processo va in questa direzione, con l'alleggerimento da alcune incombenze e con una squadra che possa affiancare il lavoro insostituibile del magistrato".

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