Famiglia

Famiglia e successioni: il punto sulla giurisprudenza dei giudici di merito

La selezione delle pronunce di merito 2022/2023 in materia di diritto di famiglia e delle successioni

di Valeria Cianciolo

Si segnalano in questa sede i depositi della giurisprudenza di merito in materia di diritto di famiglia e delle successioni 2022/2023. Le pronunce in particolare, si sono soffermate sulle seguenti tematiche o questioni:
1.Mantenimento dei figli e obblighi degli ascendenti
2.Rinuncia all'eredità e debiti del de cuius
3.Mantenimento dei figli
4.Comunione dei beni e denaro derivante dalla vendita di un bene personale


1.MANTENIMENTO – Il mantenimento dei figli spetta ai genitori
(Costituzione, articolo 30; Cc, articoli 148 e 433)
Spetta primariamente e integralmente ai loro genitori sicché, se uno dei due non possa o non voglia adempiere al proprio dovere, l'altro, nel preminente interesse dei figli, deve far fronte per intero alle loro esigenze con tutte le sue sostanze patrimoniali e sfruttando tutta la propria capacità di lavoro, salva la possibilità di convenire in giudizio l'inadempiente per ottenere un contributo proporzionale alle condizioni economiche globali di costui. Pertanto, l'obbligo degli ascendenti di fornire ai genitori i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli - che investe contemporaneamente tutti gli ascendenti di pari grado di entrambi i genitori - va inteso non solo nel senso che l' obbligazione degli ascendenti è subordinata e, quindi, sussidiaria rispetto a quella, primaria, dei genitori, ma anche nel senso che agli ascendenti non ci si possa rivolgere per un aiuto economico per il solo fatto che uno dei due genitori non dia il proprio contributo al mantenimento dei figli, se l'altro genitore è in grado di mantenerli; così come il diritto agli alimenti ex art. 433 c.c., legato alla prova dello stato di bisogno e dell'impossibilità di reperire attività lavorativa, sorge solo qualora i genitori non siano in grado di adempiere al loro diretto e personale obbligo.
Tribunale Foggia, sezione I, sentenza, 3 marzo 2023 n. 576 – Giudice Carbonelli

2.SUCCESSIONE - Per chi rinunci all'eredità non può ravvisarsi alcun obbligo per i debiti contratti dal de cuius
(Cc, articoli 519 e 2697)
Compete a colui che agisce in giudizio nei confronti del preteso erede per debiti del "de cuius", l'onere di provare ai sensi dell'art. 2697, c.c., l'assunzione della qualità di erede, qualità che non può desumersi sulla base di quanto dedotto dalla mera chiamata all'eredità. Ciò in quanto, non è prevista alcuna presunzione in tal senso, ma richiedendosi sempre l'accettazione, espressa o tacita, dell'eredità, la cui ricorrenza rappresenta un elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto evocato in giudizio nella sua qualità di erede.
Per colui abbia rinunciato all'eredità ai sensi dell'art. 519, c.c., non può ravvisarsi alcun obbligo in capo al medesimo per i debiti contratti dal de cuius.
Nel caso in esame, il Tribunale ha ritenuto che l'atto di rinunzia all'eredità da parte degli eredi di un amministratore unico di una Srl, poi fallita, per violazione dei doveri su di esso incombenti per legge o per statuto, abbia determinato una carenza di titolarità della situazione dedotta in giudizio dalla curatela fallimentare.
Tribunale Napoli, sezione spec. in materia di imprese, sentenza 2 marzo 2023 n. 2327 - Presidente rel. ed est. Di Martino

3.MANTENIMENTO DEI FIGLI - Mantenimento ai figli maggiorenni con handicap se necessario un intervento assistenziale permanente
(Cc, articoli 156, 337-ter, 337-sexies, e 337-septies; Legge 10 febbraio 1992 n. 104, articolo 3, comma 3)

Una volta venuti meno i presupposti del mantenimento, a seguito del raggiungimento della piena autosufficienza economica del figlio maggiorenne la sopravvenienza di circostanze ulteriori che determinano l'effetto di renderlo momentaneamente privo di sostentamento economico" non può far risorgere l'obbligo "potendo sussistere al massimo, in capo ai genitori, un obbligo alimentare.
Ai fini del riconoscimento dell'assegno di mantenimento, la condizione giuridica dei figli maggiorenni, portatori di handicap grave, è equiparata, sotto tale profilo, a quella dei figli minori ex art. 337 septies c.c., ma unicamente se sussista il presupposto ai sensi della L. n. 104 del 1992, art. 3, comma 3, richiamato dall'art. 37 bis disp. att. c.c., ossia se la minorazione, singola o plurima, della quale il medesimo sia portatore, abbia ridotto la sua autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, essendo, in caso contrario, la condizione giuridica del figlio assimilabile non a quella dei minori bensì allo status giuridico dei figli maggiorenni.
Tribunale Torre Annunziata, sezione I, sentenza 24 febbraio 2023 n. 557 – Pres. Lopiano; Giud. Rel. Coppola

4. COMUNIONE DEI BENI
(Cc, articoli 177, 179, 810, 812 e 813)
In tema di comunione legale tra coniugi, il denaro ottenuto a titolo di prezzo per l'alienazione di un bene personale rimane nella esclusiva disponibilità del coniuge alienante, anche quando esso venga dal medesimo accantonato sotto forma di deposito bancario sul proprio conto corrente, giacché il diritto di credito relativo al capitale non può considerarsi modificazione del capitale stesso, né è d'altro canto configurabile come un acquisto nel senso indicato dall'art. 177, comma 1, lett. a) c.c., cioè come un'operazione finalizzata a determinare un mutamento effettivo nell'assetto patrimoniale del depositante. Pertanto, il coniuge può utilizzare le somme accantonate sul di lui conto corrente, provenienti dall'alienazione di un bene personale, ai fini della surrogazione reale di cui all'art. 179, comma 1, lett. f) c.c.
In tema di scioglimento della comunione legale tra coniugi, la norma dell'art. 192, terzo comma, cod. civ. attribuisce a ciascuno di essi il diritto alla restituzione delle somme prelevate dal patrimonio personale ed impiegate in spese ed investimenti del patrimonio comune (ad es., quelle impiegate per la ristrutturazione di bene immobile appartenente alla comunione), e non già alla ripetizione -totale o parziale- del denaro personale e dei proventi dell'attività separata (che cadono nella comunione "de residuo" solamente per la parte non consumata al momento dello scioglimento) impiegati per l'acquisto di beni costituenti oggetto della comunione legale "ex" art.177, primo comma lett. a), cod. civ., rispetto ai quali trova applicazione il principio inderogabile, posto dall'art. 194, primo comma, cod. civ., secondo cui, in sede di divisione, l'attivo e il passivo sono ripartiti in parti eguali indipendentemente dalla misura della partecipazione di ciascuno dei coniugi agli esborsi necessari per l'acquisto dei beni caduti in comunione.
Tribunale Latina, sezione II, sentenza, 23 febbraio 2023 n. 453 - Giudice Piccialli

5.DONAZIONE
(Cc, articoli 769, 770, 805 e 809)

Nella donazione indiretta l'attribuzione gratuita viene attuata con un negozio oneroso che corrisponde alla reale intenzione delle parti che lo pongono in essere; in tal caso il negozio commutativo stipulato tra i contraenti ha lo scopo di raggiungere per via indiretta, attraverso la voluta sproporzione tra le prestazioni corrispettive, una finalità diversa e ulteriore rispetto a quella dello scambio, consistente nell'arricchimento, per puro spirito di liberalità, di quello tra i contraenti che riceve la prestazione di maggior valore.
Corte d'Appello Brescia, sezione I, sentenza 6 aprile 2022 n. 429 – Pres. Pianta; Cons. Rel. Magnoli

6. DONAZIONE
Si ha donazione indiretta di un bene anche quando il donante paghi soltanto una parte del prezzo della relativa compravendita dovuto dal donatario, laddove sia dimostrato lo specifico collegamento tra dazione e successivo impiego delle somme, dovendo, in tal caso, individuarsi l'oggetto della liberalità, analogamente a quanto affermato in tema di vendita mista a donazione, nella percentuale di proprietà del bene acquistato pari alla quota di prezzo corrisposta con la provvista fornita dal donante.
Tribunale Bologna, sezione III, sentenza 9 settembre 2022 n. 2249 – Pres. e rel. Arceri

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