Magistrati onorari, in Gazzetta la riforma che incide su previdenza, malattia e retribuzione
La legge 15 aprile 2025, n. 51,“Modifiche alla disciplina della magistratura onoraria”, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 89 del 16 aprile 2025
È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 89 del 16 aprile 2025 la legge 15 aprile 2025, n. 51 che contiene “Modifiche alla disciplina della magistratura onoraria”, vigente al 1° maggio 2025. La nuova legge incide sul regime giuridico, economico e previdenziale dei non togati, anche per rispondere ai rilievi formulati dalla Commissione europea per violazione dei diritti di lavoratori dei magistrati onorari.
La riforma del 2017 (D.lgs. 116/2017), a cui ha fatto seguito l’apertura di una procedura di infrazione (n. 2016/4081), infatti, li qualificava come prestatori onorari e non lavoratori pubblici, escludendo diritti come ferie, maternità, malattia e una giusta retribuzione.
Successivi interventi legislativi - nella legge di bilancio 2022 e nel D.L. 75/2023 – hanno iniziato a correggere il tiro, riconoscendo alcune tutele e inquadrando i compensi come redditi da lavoro dipendente, con obbligo di iscrizione all’INPS. Ora viene regolato sia il lavoro dei magistrati onorari in via esclusiva, sia di quelli che svolgono anche altre attività. Inoltre, il Dl 131/2024 ha già introdotto misure urgenti per rispondere alle infrazioni europee, compresa quella sul trattamento previdenziale dei magistrati onorari.
Per Andrea Delmastro delle Vedove, deputato FdI e Sottosegretario alla Giustizia: “La pubblicazione segna l’ingresso definitivo della riforma nell’ordinamento. Un traguardo storico che pone fine a oltre 25 anni di attese, restituendo dignità, diritti e tutele a migliaia di servitori dello Stato”. “La riforma – prosegue - garantisce stabilizzazione fino all’età pensionabile, tutele previdenziali e assistenziali, malattia, ferie, trattamento di fine rapporto e un inquadramento retributivo adeguato”. Per Delmastro siamo davanti ad un “risultato epocale per chi garantisce il funzionamento della giustizia lontano dai riflettori”. E ad “un passo avanti decisivo per la giustizia italiana, che riconosce finalmente il ruolo fondamentale dei magistrati onorari nel nostro sistema giudiziario.”
“Si scrive una pagina storica per la Magistratura onoraria del ruolo ad esaurimento”, commenta Mariaflora Di Giovanni, presidente UNAGIPA. “Lo Stato – prosegue - infonde piena dignità ad oltre 4.000 servitori della Repubblica. Ci riempie di orgoglio vedere finalmente concretizzato l’impegno da sempre profuso, in Italia ed in Europa, per il pieno riconoscimento, come persone e come lavoratori, del ruolo quotidianamente svolto nell’amministrazione della giustizia”. “Siamo certi – conclude - che l’intero sistema non potrà che trarre giovamento da questa riforma epocale, la quale rafforza l’autonomia e l’indipendenza della componente onoraria stabilizzata della Magistratura, nel rispetto dei principi fondanti lo stato di diritti ed in una prospettiva di proficua collaborazione con tutti gli altri operatori del settore che, siamo certi, collaboreranno con noi a rendere perfetto ciò che ora è soddisfacente, nel solco degli Ordini del giorno approvati in Aula”.
Per Federmot, guidata da Raimondo Orrù: “È un traguardo che porta con sé diritti giuslavoristici fondamentali che ci sono stati negati per troppo tempo: emolumenti adeguati, ferie, permessi, previdenza, tutele in caso di malattia e infortuni. È la vittoria di una battaglia iniziata nel 2001. Una battaglia dura, ostacolata da poteri forti e da una politica spesso pavida, che oggi trova finalmente una svolta”. “Non ci fermiamo qui – aggiunge -, continueremo a lavorare per migliorare il quadro normativo e giuslavoristico dei magistrati non esclusivi e dei magistrati onorari nominati dopo la riforma orlando, come promesso”.
Anche l’Associazione nazionale magistrati si è espressa favorevolmente. “Salutiamo con favore -scrive la Giunta esecutiva centrale - la legge di riforma della magistratura onoraria da pochi giorni approvata in Parlamento che, dopo tanti anni, inizia a restituire dignità ai tanti giudici e vice procuratori onorari che, senza tutele sociali, hanno sempre fornito il proprio encomiabile contributo all’amministrazione della giustizia con dignità e onore. Ci auguriamo che questo sia solo un primo passo per dare efficienza al sistema giudiziario nel suo complesso”.
Il programma - La riforma prevede, tra l’altro, che i magistrati svolgano la loro attività sulla base di un programma di lavoro definito dal presidente del tribunale o dal procuratore della Repubblica, nel rispetto delle indicazioni del Csm.
Orario di lavoro - La differenza tra il regime di “esclusività e non,” è data dall’orario lavorativo settimanale: 36 ore a settimana in regime di esclusività; 16 ore non in regime di esclusività.
Incompatibilità -Riguardo le incompatibilità i magistrati confermati in regime di esclusività non possano svolgere le funzioni in uffici giudiziari del circondario del tribunale nel quale esercitano la professione forense il coniuge, i conviventi o la persona unita civilmente, i parenti fino al secondo grado e gli affini entro il primo grado; non possano essere assegnati allo stesso ufficio giudiziario nel quale esercitano la funzione di magistrato onorario il coniuge, i conviventi, la persona unita civilmente, i parenti fino al secondo grado o gli affini entro il primo grado.
Compenso - Inoltre, il compenso annuo per gli esclusivi, al netto degli oneri riflessi a carico dello Stato, erogato in tredici mensilità, è fissato nella misura di 58.840 euro, oltre a un trattamento di fine rapporto. Il compenso corrisposto è assimilato ai fini fiscali al reddito da lavoro dipendente.
Per i magistrati onorari confermati che esercitano le funzioni in via non esclusiva è corrisposto un compenso annuo al netto degli oneri riflessi a carico dello Stato, erogato in dodici mensilità, di 25.000 euro. L’importo, inizialmente fissato in 20.000 euro è stato così elevato dalla Camera; oltre a un trattamento di fine rapporto. Con riferimento, poi, al regime contributivo e previdenziale sono iscritti alla Gestione separata dell’INPS e si applicano per intero le aliquote contributive, pensionistiche e aggiuntive, previste per i lavoratori parasubordinati e figure assimilate.