Civile

Avvocati, in 25mila ammessi all'esonero contributivo - Agevolazioni per 68mln di euro

Sono 2.789 i legali che pur avendo fatto richiesta non riceveranno l'aiuto dopo le verifiche di Cassa forense

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di Francesco Machina Grifeo

Sono 25.135 le domande di esonero contributivo degli avvocati che hanno superato le verifiche di Cassa forense e che dunque verranno ammesse al beneficio per un importo totale di 68.481.603,23 euro. Le richieste in realtà non erano state molte di più, essendosi fermate a 27.924. Una cifra di molto inferiore alle attese. Sono 2.789 dunque gli avvocati che pur avendo chiesto l'accesso alla agevolazione contributiva andranno incontro ad un esito negativo. Il cosiddetto "reddito ultima istanza" invece fu chiesto da oltre 145 mila iscritti per un valore corrispondente di circa 316 milioni di euro, all'epoca anticipato dalla Cassa.

La rendicontazione finale, si legge in una nota dell'istituto di previdenza, è stata già inviata al Ministero del Lavoro "per il seguito di competenza". Sono perciò in partenza le PEC di comunicazione a tutti gli interessati, "con l'indicazione dell'importo del beneficio riconosciuto e le specifiche istruzioni in ordine alle modalità degli eventuali pagamenti residui, da effettuare entro il 31 dicembre 2021".

Ricordiamo che oggetto dell'esonero sono i contributi soggettivi con scadenza nel 2021 (minimo soggettivo 2021 e autoliquidazione Irpef relativa all'anno 2020 - Mod. 5/2021), entro il limite massimo di 3.000 euro complessivi. L'esonero non può riguardare invece né il contributo integrativo (per sua natura riscosso dal cliente) né il contributo di maternità (che non ha natura previdenziale ma assistenziale).

Abilitati alla richiesta erano soltanto gli avvocati iscritti alla Cassa, anteriormente al 1° gennaio 2021, non titolari di pensione diretta per l'intero periodo oggetto di esonero (2021), eccetto la pensione d'invalidità; e non titolari di contratto di lavoro subordinato, sempre nel periodo di esonero. Inoltre, dovevano possedere, come spiegava in una nota sul sito il Presidente Walter Militi, congiuntamente i seguenti requisiti: a) aver percepito nel periodo d'imposta 2019 un reddito professionale Irpef non superiore a 50.000 euro; b) aver subìto un calo del fatturato nell'anno 2020 non inferiore al 33% rispetto a quello dell'anno 2019; c) essere in regola con il versamento della contribuzione previdenziale obbligatoria (i requisiti a) e b) non si applicavano agli iscritti che hanno avviato l'attività nel corso del 2020).

E proprio la regolarità contributiva, "verificata d'ufficio", potrebbe essere stato il maggior freno alla presentazione delle domande. In totale, secondo gli ultimi dati, sono invece centomila i professionisti iscritti alle Casse di previdenza che hanno chiesto l'esonero, a fronte di una stima iniziale molto più alta che si aggirava intorno ai 300mila soggetti. Ricordiamo poi che la legge di Bilancio 2021 aveva finanziato la misura con un miliardo di euro, resteranno dunque in cassa circa 700 milioni di (il reddito di ultima istanza è andato a circa 500mila professionisti).

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