Il Governo ha da poco avviato un nuovo tentativo di revisione costituzionale sul tema della magistratura, introducendo nella Costituzione il principio della distinzione tra la carriera dei magistrati giudicanti e quella dei magistrati requirenti. Si tratta di un atto ancora ufficioso, ma il senso e lo spirito dell’iniziativa sono chiari: intervenire sulla infiltrazione della logica correntizia e sulla permanente debolezza della funzione disciplinare, in particolare attraverso l’introduzione del principio dell’estrazione a sorte e di un organo come l’ “Alta Corte disciplinare”. Per Giulio M. Salerno al di là della perfettibilità di alcuni passaggi di dettaglio, è difficile ritenere che il modello per come è adesso prospettato sia “anti-democratico”
L’attuale Esecutivo, dando seguito all’impegno assunto con gli elettori, ha avviato un nuovo tentativo di revisione costituzionale sul tema della magistratura. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha deliberato il Ddl costituzionale, e si attende l’atto del Capo dello Stato che autorizzi la presentazione alle Camere. Dunque, si è a conoscenza di un atto ancora ufficioso e tra poco si avrà a disposizione quello ufficiale. Il senso e lo spirito dell’iniziativa del Governo sono comunque chiari.
Innanzitutto...
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di Marcello Clarich - Professore ordinario di Diritto amministrativo presso La Sapienza Università di Roma