Giustizia

Cartabia: vigilare su fondi Recovery - Per giudici onorari focus su tutele previdenziali e indennità

Il nodo dell'avviso di garanzia sarà affrontato nella riforma del processo penale

di Francesco Machina Grifeo

Giornata piena di impegni parlamentari per la Ministra della Giustizia Marta Cartabia. Nel primo pomeriggio in Commissione Antimafia dove ha messo in guardia sul rischio criminalità riguardo al Recovery. "Non possiamo consentire – ha detto - che i fondi europei finiscano nelle mani sbagliate e l'intervento sia inquinato da interessi illeciti". Su questo, ha aggiunto, potrà aiutare anche la neonata Procura europea (sono 7 i procedimenti avviati in Italia e 162 in tutto). Ma ha anche assicurato che i poteri dell'Anac "non saranno intaccati". Cartabia ha poi invitato le Camere a legiferare sull'ergastolo ostativo (attualmente sono 753 i detenuti al 41 bis, di cui 13 donne) ed ha difeso - "non sono insensibile al dolore dei familiari delle vittime, per la liberazione di Brusca" - la norma sui collaboratori di giustizia che è "da preservare".

Abuso d'ufficio - Subito dopo la Ministra era attesa al questione time del Senato, dove rispondendo a un'interrogazione sulla riforma dell'abuso d'ufficio, in relazione alle indagini che hanno coinvolto il sindaco di Crema, ha detto che occorre "restituire ai fondamentali passaggi dell'iscrizione della notizia di reato, e della comunicazione che ne viene fatta all'indagato, il significato di tutela che gli è proprio" mentre oggi "nei fatti, la comunicazione all'interessato dell'avviso di garanzia spesso diviene di dominio pubblico e rischia di innescare di un meccanismo di stigmatizzazione sociale, a detrimento, anziché a vantaggio, della persona destinataria". E che il "nodo dell'avviso di garanzia sarà affrontato nella riforma del processo penale", che "spero sia al più presto all'esame del Parlamento".

Magistratura onoraria - L'altra interrogazione invece ha riguardato la magistratura onoraria. Sono due le Sottocommissioni che stanno affrontando il nodo della riforma, ha spiegato la Ministra, chiarendo che lo sdoppiamento è dovuto alla "complessità ed eterogeneità delle questioni da affrontare". "L'una approfondisce le problematiche relative ai magistrati onorari in servizio e l'altra studia gli assetti futuri della categoria, valutando altresì le proposte contenute nel disegno di legge all'esame del parlamento".

E per quanto sia "prematuro" fornire valutazioni sull'esito dei lavori, è comunque arrivata qualche anticipazione sui temi caldi al vaglio dei tecnici. "Sono allo studio – ha affermato il Guardasigilli - i profili attinenti alla tutela previdenziale, all'indennità onnicomprensiva in relazione agli impegni richiesti ai magistrati onorari, all'impiego nell'ufficio del processo, all'estensione delle competenze da demandare agli stessi".

Si può dunque ipotizzare che il Ministero stia lavorando ad un riassetto della materia pensionistica. Sul punto l'Inps ha chiarito che con l'articolo 25 della Riforma Orlando, i magistrati che siano sprovvisti di copertura previdenziale e assistenziale in ragione del quadro normativo previgente, devono essere iscritti alla Gestione separata con "le stesse modalità e gli stessi termini di pagamento della contribuzione previsti per i lavoratori autonomi".

Il tavolo tecnico sta poi affrontanto il tema delle indennità. Capitolo molto sentito dai magistrati onorari che da sempre lamentanto l'esiguità dei compensi e che di recente hanno ottenuto delle sentenze favorevoli da parte dei Tribunali che li hanno equiparati, sotto il profilo retributivo, ai togati alla prima valutazione di professionalità. Altro tema sotto la lente è l'Ufficio del processo. Un istituto che non ha mai ingranato veramente ma che esce molto rafforzato dal decreto assunzioni nella Pa (pubblicato sulla GU di ieri) con l'immissione di oltre 16mila neolaureati. Un ausilio per i togati, nel quale gli onorari potrebbero giocare un ruolo rilevante. Infine l'allargamento delle competenze, altra questione sempre al centro di mille polemiche, eppure prioritaria per tagliare i tempi della Giustizia.

"Naturalmente – ha proseguito Cartabia -, va ribadito che il Ministero ha come obiettivo principale la funzionalità del sistema giustizia che oggi appare ancora più urgente in relazione agli impegni assunti con l'Europa per incidere sui tempi della risposta giudiziaria". Ed aggiunge: "Qualsiasi proposta di riforma non potrà prescindere dalla cornice dei principi europei, espressi dalla Cgue, e costituzionali come indicati da ultimo con la sentenza n. 41 del 202, riferimento di qualsiasi intervento normativo in materia". La decisione richiamata ha dichiarato incostituzionali le norme riguardanti l'applicazione dei giudici onorari nei procedimenti di secondo grado.

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